Michela Fontana ha vinto l’importante premio letterario Allumiere, Femminile, Plurale, con il suo libro-inchiesta Nonostante il Velo, un racconto corale delle donne dell’Arabia Saudita. Un riconoscimento importante, per il lavoro di Michela e per VandAePublishing.
“L’Arabia Saudita resta un Paese sconosciuto, anche perché impenetrabile, dove le donne devono confrontarsi con la proibizione, la vessazione, la sottomissione”, si legge nelle motivazioni al premio. Un riconoscimento, dunque, al lavoro di Michela Fontana, che “ci racconta da una prospettiva che ha a che fare con la quotidianità (una quotidianità che talvolta diviene intima) come proprio le donne si siano fatte portatrici di una clamorosa istanza di rinnovamento, sfidando con coraggio il proprio tempo e uscendone sì segnate, ma non sconfitte. Come richiede una scrittura di testimonianza, la lingua che sceglie l’autrice per raccontare di queste donne è schietta e sincera”. Così, lo sguardo dell’autrice si fa acuto, e penetra nei meandri delle vite sin qui nascoste delle donne intervistate. Leggiamo ancora nelle motivazioni del Premio.
“Aisha, Nura, Hessa e le altre donne saudite, con le loro testimonianze, ci restituiscono un quadro sfaccettato e autentico della condizione della donna in uno dei Paesi islamici più repressivi, invitandoci a riflettere anche sulla condizione della donna in Italia, in una prospettiva femminile e plurale. Il taglio di questa opera è veramente femminile e plurale: una donna che guarda, interroga, racconta da vicino altre donne, diverse da lei e fra loro per classe sociale, temperamento, esperienze di vita. Il calore del racconto in prima persona e la vividezza del reportage si alternano alla chiarezza del resoconto storico; seguiamo le vicende politiche di un intero Paese, ma entriamo anche nelle case e negli ambienti di lavoro di chi lo abita, e soprattutto vediamo e ascoltiamo le protagoniste: donne più o meno giovani, più o meno ribelli, più o meno privilegiate”.
Insomma, uno sguardo tutto al femminile, che riesce a raccontare in presa diretta le vite, le emozioni, i desideri delle donne incontrate, mettendo in scena un coro che restituisce tutto il peso che la condizione femminile rappresenta.
“Mescolando con mano sicura memoir e giornalismo, Michela Fontana ha saputo creare un ritratto collettivo delle donne saudite pieno di dettagli e sfaccettature, lontano dai cliché e dalle generalizzazioni”, concludono i giurati di Allumiere. “In un’epoca in cui sembra sempre più difficile trovare chi guarda l’Altro da Sé con reale curiosità, il suo sguardo attento e rispettoso – ma anche lucidamente critico – e la sua scrittura precisa e mai banale sono strumenti preziosi di indagine e comprensione del mondo. Un lavoro meticoloso, empatico a tratti, condotto entrando nelle case, sedendo alle tavole, raccogliendo gli umori di professioniste, studentesse, attiviste, islamiste, scrittrici, mogli, madri – che ci aiuta a far luce su una delle tante prove a cui le donne sono costrette nella loro storia universale, e che faremmo bene a recuperare al nostro immaginario, perché il medioevo dei diritti non è mai scongiurato una volta per tutte”.
Leggi Le motivazioni della giuria
In foto, un momento della premiazione, che si è svolta sabato 3 novembre ad Allumiere (Roma). Accanto alla nostra autrice, Dacia Maraini.