Emanuela Torri. La sua vita scorre senza un attimo di inattività, ama la scrittura ma non disdegna una corsetta e una chiacchierata con le amiche, che la definiscono “un litro di vino frizzante contenuto in una tazzina di caffè”. Classe 1977, vive in provincia di Frosinone con il marito e le due figlie. Ha pubblicato con VandA “The babymaker” (2015) e “Toy Boy” (2016).
Ecco come la nostra Autrice ha riposto al celebre questionario di Proust, qui riadattato per VandA.
Il tratto principale del tuo carattere?
Credo che la caratteristica principale del mio carattere sia l’ironia. Più che il bicchiere mezzo pieno tendente ad un perenne ottimismo, tento di ricercare un particolare che possa rendere qualsiasi situazione ironica e divertente.
La qualità che preferisci in un uomo?
Amo la decisione, quella dose di carattere e determinazione che mi affascinano nel sesso opposto e di cui ho assoluto bisogno in un rapporto a due… inoltre amo la velocità di pensiero, quella scaltrezza che una persona dimostra nella vita di tutti i giorni.
E in una donna?
Forse in una donna preferisco la capacità di comprendere qualcuno al primo sguardo, quell’innata alchimia che con qualcuna nasce istantaneamente. L’ironia è un’altra dota che apprezzo, come la sincerità.
Il tuo migliore amico?
Gioie e dolori… perché le amicizie sono così per la sottoscritta. Diciamo che mi fido di poche persone e che le esperienze negative mi hanno fortificato parecchio. A quelle poche amiche che ho, do tutto… non serve essere sempre costantemente presenti nella mia concezione di amicizia, ma serve esserlo quando è necessario. Negli ultimi anni, per via della scrittura, ho conosciuto, non solo virtualmente, persone splendide che reputo fondamentali ormai nella mia vita.
La tua occupazione preferita?
Amo la televisione e sono una divoratrice di serie tv americane, che seguo anche in streaming se necessario. Mi piace leggere e trovo nella scrittura una sorta di relax fisico oltre che emotivo, ma avendo due bambine ed un lavoro, non sempre posso dedicarmi a queste occupazioni, ahimè!
Il tuo sogno di felicità?
Quando chiudo gli occhi, vedo la mia famiglia e se dovessi pensare alla felicità, penserei sicuramente a quella che proviene da loro, dalla loro presenza e dalla loro serenità… poi se a questo, ci fosse anche un conto in banca da centomila zeri, una casa in ogni luogo fiabesco del mondo e l’immortalità, allora non avrei certo nulla da ridire!
“Vorrei essere…”
Bella domanda… a volte me lo domando ancora. Posso dire che tutto quello che avrei voluto essere nella mia vita, lo sono già. Donna, moglie, madre e lavoratrice professionalmente soddisfatta. Il fato, continuerò sempre a dirlo, è stato benevolo con me e se a questo aggiungiamo anche l’aver pubblicato un mio lavoro, allora non posso proprio volere di più al momento.
Il paese in cui vorresti vivere?
Domanda a cui rispondo in un nanosecondo: l’America. Amo il loro patriottismo, la loro dedizione, il loro orgoglio e anche la loro grandiosità. Vado spesso a New York ed ogni volta, è come se la vedessi per la prima volta.
Quello che detesti più di tutto?
Diciamo che ci sono un mix di cose a cui davvero la mia mente non sa sottomettersi. La maleducazione, il poco rispetto e le macchinazioni sono sicuramente tra queste. Non sono una che pensa molto, agisco d’istinto il più delle volte e pago la mia impulsività, scontrandomi con chi invece è machiavellico. Per il resto, allontanate da me tutti gli horror e sono una persona felice.
Il primo libro che hai letto?
Che bei ricordi… non considerando Topolino e Gli almanacchi delle giovani marmotte, di cui ho ancora collezioni a iosa, dico sicuramente Il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde. Libro che mi ha iniziato alla letteratura classica e che ha segnato il passaggio dalla letteratura leggera a quella di spessore.
Il libro che ha cambiato la tua vita?
Pensandoci per bene e a fondo, dico L’allievo di Redmond. Non sicuramente un capolavoro letterario né un classico da tenere rigorosamente sullo scaffale di ogni libreria, ma un libro che mi ha aperto gli occhi sull’animo umano e sul buio che ognuno di noi ha dentro. Quel tipo di libro che una volta terminato, ti lascia a pensare, e pensare, e pensare.
Cartaceo o digitale?
Oh, c’è una risposta da lettrice e una da scrittrice. Quella da lettrice direbbe sicuramente entrambi. Nella maggior parte delle volte, prendo l’e-book e se reputo il lavoro letto entusiasmante, allora lo prendo anche cartaceo. Per alcune scrittrici, abolisco il primo passaggio e prendo direttamente il cartaceo, perché sono certa del loro stile e del loro valore. Per quanto riguarda la riposta da scrittrice, direi assolutamente cartaceo, perché è un punto di svolta, una sorta di affermazione, un “Santo Graal” a cui tutti vorrebbero arrivare!
Il tuo motto?
Non ho un motto o una frase a cui rifarmi che riassuma la mia filosofia di vita, ma mi piace pensare che tutto quello che ho ottenuto fino ad ora nella mia vita, sia sola una piccola parte di quello che mi aspetta.