Descrizione
Cineasta, architetto, romanziere, François Koltès dedica all’Italia sette racconti, l’ultimo dei quali è un romanzo breve. Sono storie d’amore e disamore. Attimi rubati al tempo, giorni di giovinezza o disincanto. Apparizioni di figure enigmatiche in grado di incarnare il genius loci e le parvenze arcaiche di un Mediterraneo fatto di complessità e di fascini arcani.
In questi prodigiosi racconti “Ogni racconto ha una sua cifra, una sua economia perché ogni racconto è il precipitato della suggestione che paesaggi, case e persone hanno esercitato sul viaggiatore Koltès, il quale se ne appropria, filtra il tutto attraverso la sua cultura e la sua sensibilità e ci restituisce quei luoghi – siano essi la città e il porto di Palermo, Torino e le colline toscane, il golfo di Napoli, l’entroterra e la costa siciliani – come la traccia personalissima del suo passaggio e dei suoi pensieri.
Ma c’è qualcosa in più: il modo. A sorprendermi, fin dalle prime pagine, è stata la sensazione di una “presa diretta”: io non stavo leggendo, ma “vedendo” luoghi e personaggi, e quella sensazione visiva mi ha poi accompagnata lungo tutti i racconti. Come se, invece di stendere sulla pagina delle parole, l’autore si fosse munito di una macchina da presa e riprendesse la realtà partendo, sì, da un’opzione ben precisa, ma con la stessa adesione meticolosa all’oggetto tipica del documentarista, seguendo i personaggi nel loro vagabondare per poi vederli convergere verso un punto focale, il luogo e il momento in cui un destino si compie.” (dalla Presentazione di Maria Vidale)