Descrizione
Le storie di Tamar, Lilith e Giuditta narrano vicende intessute di passioni, contraddizioni, lacerazioni emotive, conflitti e lotta.
Questo libro apre lo sguardo all’ “altra” Bibbia, attraverso una lettura che, con voce di donna, riscopre, rivaluta e rilegge la soggettività e la positività delle numerose figure femminili che popolano l’Antico Testamento.
In chiave junghiana e usando come punto prospettico il tema dell’aggressività, negata, demonizzata, espulsa e distorta dalla cultura patriarcale, l’autrice mostra come essa, invece, costituisca un’espressione della soggettività femminile. I parametri simbolici della cultura patriarcale hanno attribuito alle donne caratteristiche e modelli identitari che mai hanno tenuto conto del pensare e del sentire delle donne stesse, negandone la soggettività, l’assunzione di responsabilità, la valenza decisionale e il valore normativo delle loro scelte nel tessuto sociale.