Descrizione
Un romanzo d’esordio dall’inequivocabile timbro surreale, colorato da qualche intrusione di romanticismo magico, dove viene descritta un’umanità intrappolata e persa, che si aggrappa, per cavarsela, ai paradigmi che conosce meglio senza preoccuparsi della loro congruità. Fino ad arrivare all’apoteosi dell’irrazionalità, qui rappresentata dal turismo industriale che, cavalcando lo spavento collettivo, propone, ovunque, lo stesso modello di divertimento rassicurante, basato rigorosamente sulla finzione. Anche l’avvocato, Amoruso, protagonista di una storia laterale che sfiora le vite degli altri personaggi, pur essendo uomo di potere, convinto di avere in pugno il mondo, alla fine si ritrova a fare i conti con il proprio destino.
Fresco, ironico, esilarante ma amaro, questo romanzo breve ha tutta l’aria di un Beckett dove però neanche il tragico trova posto.