Descrizione
Il casuale ritrovamento di una vecchia agenda, scandita da impegni ricorrenti e annotazioni, conduce un’aspirante giornalista sulle tracce della proprietaria, donna dalla vita apparentemente monotona. Chi era veramente? E la sua storia è degna di essere ricostruita e raccontata?
Scopriamo così che Katya, questo il nome della protagonista del romanzo, nasce con un altro nome: Adua, omaggio del padre mussoliniano al nascente impero fascista. Scegliendo un destino completamente diverso, Katyuscia, staffetta partigiana, vive in prima persona le vicende storiche del Paese, continuando dopo la guerra la sua militanza, ovunque ci sia da combattere per la giustizia, la libertà e l’emancipazione delle donne.
Ormai anziana la ritroviamo in una Roma ben diversa da quella che aveva conosciuto durante la Resistenza. La vita, trascorsa inseguendo un ideale di giustizia – spesso disilluso – si disegna a ritroso come un grande arazzo, un intreccio tessuto da mani pazienti: la guerra, le ideologie, i tradimenti, i figli e il Partito… Personale e politico si fondono in una narrazione serrata, in cui lo sguardo femminile sulla Storia restituisce valore ai dettagli e alle vicende comuni.
Con la forza del racconto, fra echi morantiani e squarci neorealisti, Giulia Mafai ci indica garbatamente e fra le righe la dura lotta che le donne di quella generazione hanno condotto per aprire la strada alla nostra emancipazione e alla nostra libertà.