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Libro d’amore e di memoria. Un dizionario sentimentale per un viaggio incantato


di Prospero Dente (iN, giugno 2014)


«La vera magia di questa terra le rimane attaccata addosso, traluce nel ricordo, tra suggestioni e mitologie, ma può non essere riprodotta altrove, se non in forma di fantasia o di sogno. È questo il suo incantamento, la sua maledizione, la sua ragione, forse, di tanti ritorni».

Giuseppina Norcia, autrice di Siracusa. Dizionario sentimentale di una città (VandA ePublishing, 5,99 €, ebook) ha scelto di viaggiare dentro la sua città per ben sette anni. Ha studiato, guardato, scoperto e riscoperto, imparato; è rimasta meravigliata, incantata, a volte in silenzio. Alla fine del viaggio questo lubro, a metà tra guida e romanzo. Parole dense di storia, aneddoti, nostalgie e memoria. Parole piene, soprattutto, di un incantamento unico per questo luogo.

«Senza memoria, quella feconda, non ci può essere racconto – sottolinea l’autrice mentre conversiamo a pochi metri dal tempio di Apollo – Questo libro mi ha regalato pomeriggi favolosi con viaggi low cost. Prima l’ho immaginato, poi sono passata alle letture, quindi ai luoghi».

Giuseppina Norcia ha una dote importante: riesce a risponderrti raccontando. Le sue risposte non sono fredde, dovuteper rispetto all’interlocutore; si regala con la narrazione ene viene fuori un ulteriore percorso attraverso i secoli e i siracusani di ogni epoca.

«I ricordi e le parole di nonna felicetta – citando una donna importante nel suo cammino – mi hano aiutatata molto. Grazie a lei ho seminato conoscenza e poi raccolto. I tempi dell’agricoltur, infatti, sono quelli della vita. Quelle parole e quei racconti, ma penso anche ai libri di Corrado Piccione, sono stati per ,e uno stimolo verso il futuro».

E questo intende proporre questo Dizionario sentimentale, un grande senso di fiducia verso Siracusa e la sua gente. «Ho incontrato tanti siracusani innamorati della propria città – aggiunge la Norcia – Ho trovatp tanti compagni di viaggio che hanno incoraggiato il cammino».

Il libro scorre appassionante viaggiando nel tempo, anche, attraverso aneddoti e curiosità che hanno preso la stessa autrice. «Dovessi citarne alcuni – continua – penserei, certamente, alla storia dei prigionieri ateniesi liberati dai siracusani per aver recitato loro a memoria alcuni versi di Euripide; l’idea sottesa che la poesia, la parola possa salvarci la vita. E poi, ancora, la storia delle ceneri di Pirandello raccontata da Corrado Sofia. L’idea di queste ceneri in viaggio dentro un vaso chiuso in una scatola, e di quel treno verso la Sicilia in cui questa scatola fu usata come tavolo per giocare a carte dagli ignari viaggiatori. C’è tutto éirandello, e molta Sicilia, in questo ironico, paradossale racconto».

Il dizionario sentimentale di Giuseppina Norcia, da anni impegnata nella divulgazione culturale con particolare riferimento al teatro antico, alla cultura classica e alle sue “persistenze2 nella contemporaneità, elenca i miti e le leggende, le storie, le ferite e le gioie di questa città. Un libro che si scorre calandosi nell’atmosfera che non è solo greca, ma piena e totale dell’essenza multiculturale che impregna ogni angolo.

«È un libro destinato all’incompletezza – suggerisce l’autrice confessando una sua impressione – Un libroche può essere continuato dal lettore al quale offro la staffetta». Quasi un invito a viaggiare, nella storia e lungo le strade ed i vicoli attraversati migliaia di volte ma, probabilmente, mai veramente osservati e compresi.

Siracusa. Dizionario sentientale di una città, è sicuramente un atto di amore e, allo stesso tempo, l’occasione di una riscoperta importante. È, anche, uno strumento di promozione di una città in crisi come altre ma ancora viva e pulsante. «Non penso sia troppo tardi; – sottolinea decisa – alcune cose sono cambiate. Credo sia il momento giusto, senza snaturare nulla, per un turismo che nasce con le caratteristiche dei luoghi. L’accoglienza è un’arte; noi abbiamo il privilegio di girare il mondo rimanendo qui».

Il libro, che la stessa autrice vorrebbe «avesse un destino nel mondo», è nato a Newport, a migliaia di chilometri. «Ho dovuto guardarla da lontano per vederla intera – si legge nel prologo – nella vertigine di un giorno di vento e vele spiegate a Newoport. Perchè se è vero che basta un punto di appoggio per sollevare il mondo, bisogna poi trovare la buona distanza, il braccio lungo della leva, per portalo in alto, quel mondo, e vederlo galleggiare su di noi, come se non avesse peso».

«Nutro la fiducia – mi saluta mentre camminiamo sotto il sole che tramenta e ricolora le pietro attorno – che questa nostra capitale possa ancora risplendere. Dobbiamo solo “creare il tempo”…».

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VandA.ePublishing è una casa editrice digitale e indipendente, che opera a livello globale secondo una logica di condivisione e complicità. Punta su una piattaforma di contenuti e di autori di vario genre: fiction, non fiction, graphic novel, erotique, teatro, letteratura per bambini, in diverse lingue in tutto il mondo. VandA.ePublishing è stata fondata a Milano l’8 marzo 2013 da tre professioniste nel campo editoriale: Vicki Satlow, agente letteraria, Angela Di Luciano, editor e pubblicista, e Silvia Brena, scrittrice e giornalista.


 

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Il dittatore riluttante


di Giuliano Milani (Internazionale, 28 aprile 2014)


– Nell’attesa di sapere cosa sarà di Bashar al Assad è utile questa biografia che ne ricostruisce la carriera.

Anna MomiglianoIl macellaio di Damasco
VandA epublishing, ebook. 

Nel marzo del 2008 durante una riunione della lega araba dopo la morte di Saddam Hussein, Gheddafi esclamò: “Come può un prigioniero di guerra, il presidente di un paese arabo e anche un membro della Lega araba, essere appeso alla forca senza che nessuno dica nulla?”. Poi, di fronte alle risate dei leader tunisini, siriani, egiziani, aggiunse: “Ma non capite che ognuno di noi potrebbe essere il prossimo?”.

Sappiamo come è andata a finire per molti dei presenti. Nell’attesa di sapere cosa sarà di Bashar al Assad è utile questa biografia che ne ricostruisce la carriera: dalle premesse, le lotte interne al clan dominato dal padre, fino alla lunga e sanguinosa lotta che conduce oggi contro gli oppositori, riuscendo a destreggiarsi nonostante le pressioni. Per ora il risultato è che “quello di Assad è l’unico governo al mondo che abbia gasato i propri cittadini e ne sia uscito più legittimato internazionalmente di prima”.

Escono male governi e giornalisti di Europa e Stati Uniti: da subito pronti a scommettere su un leader di cui si decantava “l’educazione occidentale” anche se aveva passato a Londra poco più di un anno; poi convinti della sua capacità di produrre democrazia esclusivamente per mezzo di riforme economiche; infine incapaci di distinguere la realtà dalla versione propagandata dal regime, in merito tanto alla vita familiare quanto alla repressione dei ribelli.


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Siracusa. Dizionario sentimentale di una città


di Anna Vallerugo (Satisfiction, 2014)


– Rispetto e amore: non c’è pagina di “Siracusa Dizionario sentimentale di una città” (VandA epublishing) di Giuseppina Norcia che non lasci trasparire entrambi, nella tangibile profondità del legame che lega l’autrice – scrittrice giovane, entusiasta divulgatrice culturale, esperta di drammaturgia classica –  alla sua città.

Un legame vivo, tutt’altro che fine a se stesso, che le concede la grazia di stilare un suo personale percorso di conoscenza tra storia, arte e mito siracusani, costruito sulla falsariga della guida turistica ma disposto secondo uno criterio alfabetico emozionale stupefacente che ne fa vero romanzo.
Il solco in cui si muove Norcia è quello del “manuale colto”: chi si accosta a questo libro vi troverà certo precise indicazioni per imbastire una significativa visita personale della città.
Il bello però (e ce n’è molto), viene dopo.  Dal potenzialmente arido elenco di “must see”, Giuseppina Norcia si distacca in modo dichiarato fin dalle prime righe, dove annuncia un percorso tra  memorie e agnizioni, tra la pesante eredità siracusana di un passato stratificato e la vitalità della Sicilia del presente.
“Di Siracusa potrei dirti molte cose, ma sarebbe come non dirti nulla”, spiega l’autrice, attaccando frontalmente il lettore.  “Perché la città dei desideri scivola sempre dentro quella della realtà, la modella, la inventa a tal punto da non sapere io stessa  quale sia la verità.

Il modo in cui raccontiamo una città non è che lo specchio della nostra anima. Ho sognato di essere felice, qui.  Un mosaico di infinte storie guariva una terra malata. Ma ho visto anche città diverse separarsi sotto lo stesso nome o succedersi indifferenti e distratte, senza neanche guardarsi. Allora ho sentito come un suono di solitudini, di fughe immaginarie, di incolmabili distanze. Così non so dire se Siracusa sia una città felice o infelice.”

E’ solo ponendosela alle spalle dopo “averla abitata”, dice, e “lasciato che mi abitasse”, in una concreta lontananza geografica (un po’ come succede a certi grandi amori, che si inquadrano in tutta la loro potenza solo prendendone una necessaria, salvifica distanza), andando ad abitare lontanissima, a Newport, l’autrice riesce a coglierne finalmente l’anima e “china sul suo cuore di conchiglia” arriva a sentirne l’ “alfabeto segreto”.

Dalla A di Aretusa, la ninfa greca che a Siracusa trovò casa, alla zeta di Zucchero, presenza costante e copiosa  delle leccornie del quotidiano, è tutto uno svolgersi di inviti a scoprire gli angoli noti ma soprattutto quelli più reconditi, intimi, della città, e dei cui splendori estasianti l’autrice ci rende partecipi portandoci con forza “dentro una Bellezza insostenibile”.

Norcia non “suggerisce” la visita: ci incalza, con un trasporto amorevole e contagioso e con un scrittura sorprendente, sorretta da un linguaggio colto e da un bagaglio di conoscenza che trasmette in totale assenza di qualsivoglia forma di pedanteria.

Più che nelle inevitabili descrizioni di vestigia antiche, fontane, piazze, angoli barocchi, dei retaggi di presenze greche, arabe, ebraiche, di interminabili assedi, di vittorie e sconfitte, di personaggi a vario titolo legati a Siracusa, (da Platone a Vittorini, tra gli altri, passando per Maupassant), Giuseppina Norcia incanta con i ritratti del presente, del piccolo, del quotidiano, che acquisiscono nelle sue pagine piena dignità di racconto.

E’ nella descrizione delle stradine secondarie che nessuno conosce, dei bassi trasudanti sensualità incontenibile, è nelle “imperfezioni colme di gioia” di vicoli gravati di “respiri d’ombra” (la cui apparizione inattesa potrebbe interrompere i nostri propositi di visita propriamente turistica e instillarci il dubbio “se continuare a camminare, diritti verso il mare, o rallentare il passo per farsi toccare da questa vita che vibra dietro le tende, dentro quei muri pieni di cicatrici, e ascoltarla, rispettosamente, senza fare rumore”), che Norcia prende voce alta, e tutta sua.

Uscendo dalla semplice funzione di vademecum, di guida, ogni storia si espande, tracima il passato, arricchisce il presente di senso e vita: Giuseppina Norcia  ha la capacità di penetrare e com-prendere tutta la bellezza dell’ “infinitamente piccolo” che irrompe nella vita, disarma ogni calcolo, sa riempirci di doni inattesi”, così come di com-prendere e fare proprio il mito, presenza visibile e invisibile, scenografia sostanziante.

E’ compito non facile, che presuppone facilità di parola e una solida “intelligenza sentimentale”: caratteristiche che in questa giovane scrittrice ci sono tutte e che fanno ben sperare nel suo futuro nel mondo delle lettere.


 

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Gli ebook di VandA: l’editoria in crowdfunding


di Giuseppe Matarazzo (Avvenire, 11 marzo 2014)


– «Il 50% degli italiani non legge nemmeno un libro all’anno? Noi ci proviamo lo stesso».

«Il 50% degli italiani non legge nemmeno un libro all’anno? Noi ci proviamo lo stesso». Ed ecco una nuova casa editrice. Tutta digitale, indipendente e senza confini. Che punta sull’innovazione, che si sostiene con la «finanza popolare» e parla al femminile. Si chiama VandA e ha il volto di tre donne, già affermate, ma con tanta voglia di scommettersi in una iniziativa tutta loro: Vicki Satlow, da Boston, in Italia da vent’anni, dirige una nota agenzia letteraria con più di 50 autori di tutto il mondo; Angela Di Luciano, siracusana trapiantata a Milano, a lungo redattore della Garzanti e poi senior editor alla divisione libri del Sole 24 Ore; Silvia Brena, giornalista e scrittrice milanese, direttore di diversi femminili e oggi Ceo di Network Comunicazione e docente all’Università Cattolica. «Le riflessioni sul futuro ell’editoria e la spinta a metterci in discussione ci hanno aperto un mondo- spiega Angela Di Luciano, che ha lasciato il gruppo di via Monte rasa per catapultarsi in questo progetto- Così l’8 marzo scorso, senza troppo pensare alla data, abbiamo avviato questa start up: una casa editrice che nuota controcorrente. Che pubblica solo ebook, si muove sul web, usa le nuove tecnologie, e si finanzia con il crowdfunding sulla piattaforma limoney.it. Nel mondo dell’ediptoria sta cambiando tutto. E allora bisogna davvero avere il coraggio di modificare l’approccio».

La lettura digitale interessa ormai – secondo gli ultimi dati dell’Aei – il 10% della popolazione e se 6 italiani su 10 non leggono nemmeno un libro all’anno, il 21,5% dei lettori tradizionali ha avuto un contatto con il libro digitale. Nel 2011 questa percentuale era appena del 2,3 %. C’è, insomma, un mondo in evoluzione. E VandA a questo mondo vuole parlare. «Pubblichiamo autori di qualità già noti o esordienti – spiega la Di Luciano -, li traduciamo in inglese rendendoli disponibili in libreria, anche se recenti, perchè ormai fuori catalogo. Ci crediamo moltissimo e siamo sicure che la nostra scelta possa davvero fare la differenza». Il vintage con un Dna digitale e l’intento di coinvolgere autori e lettori in una community. Superando le logiche distributive attuali e senza le costrizioni della carta, VandA può permettersi di rischiare e sperimentare. Nel 2013 sono stati pubblicati 60 titoli in varie collane – 28 novità e 32 riedizioni di fuori catalogo – con l’obiettivo di arrivare a 100 titoli all’anno. Domani due nuove uscite:  «Il conflitto fra le donne» di Sofie della Vantah sulla tendenza femminile a non fare squadra, e «Per donare» di Genevieve Vaughan, un testo sull’economia del dono legata all’attitudine delle donne alla cura a generare la vita.

Oggi VandA compie un anno. La squadra coinvolge altre sei persone. La scommessa è solo all’inizio, ma il sentiero è tracciato. In rete.


 

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VandA, una casa editrice alla scoperta delle persone


di Geraldina Morlino (MenteLocale, 5 marzo 2014)


– Oggi, davanti a noi, si presenta VandA. Vuole raccontarci qualcosa di sé. Si tratta forse di una bambola, un pesce o un’operazione della Cia? Nulla di tutto questo. VandA. epublishing è una casa editrice digitale e indipendente, creata da tre donne con una grande passione verso i libri.

Oggi, davanti a noi, si presenta VandA. Vuole raccontarci qualcosa di sé. Si tratta forse di una bambola, un pesce o un’operazione della Cia? Nulla di tutto questo. VandA. epublishing è una casa editrice digitale e indipendente, creata da tre donne con una grande passione verso i libri.

Dopo anni di esperienze nel settore, hanno sentito l’esigenza di una strada alternativa, lontana dalle dinamiche in cui, nella maggioranza dei casi, si muove l’editoria attuale. Le professioniste che l’8 marzo 2013, a Milano, hanno fondato la nuova casa editrice digitale sono: Vicki Satlow, Angela di Luciano e Silvia Brena.

Angela di Luciano, editor e pubblicista, ci spiega le scelte. «Tengo subito a precisare che lavoriamo attuando una strategia per singolo autore. Il lato umano, infatti, è il fulcro della nostra attività. Inoltre identifichiamo, per ciascun libro, il percorso più consono. Come facevano gli editori di una volta».
Viene riservato particolare interesse alle opere fuori catalogo. «Si tratta di libri, magari recenti e validi, che non raggiungono un certo numero di vendite annuali. A causa delle leggi di mercato, sono condannati al macero. Trasformandoli in formato digitale, possiamo recuperarli e rimetterli in circolazione come ebook».

Vanda.epublishing punta sul talento, sia di autori già pubblicati che sconosciuti. «Troppi scrittori vengono presto dimenticati o, addirittura, le loro doti completamente ignorate. «È la conseguenza di un sistema rigido, dove prevalgono requisiti letterari o di genere prestabiliti. Noi crediamo, invece, in una lettura libera da schemi e omologazioni». Al contrario, qui la scelta di temi e generi risulta davvero varia. «Presto presenteremo anche una collana Lgbt, fondamentale per arricchire la nostra offerta. Inoltre, ci interessa aprirci al mondo, non solo all’Italia. Garantiamo, quindi, una diffusione in lingue e mercati diversi».

Ora conosciamo qualcosa in più su VandA. Ha vivacizzato la nostra curiosità. In sintesi, come leggiamo sul sito «è una casa editrice digitale, indipendente, che opera a livello globale secondo una logica di condivisione e complicità». Il percorso di ricerca e scoperta delle persone, per Vicki, Angela e Silvia, è importante quanto valutare e valorizzare i loro scritti. Esistono elementi decisamente stimolanti per continuare a crescere.


 

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Tutti all’asta di nome VandA


(Corriere della Sera, 20 febbraio 2014)


– Un’asta di nome VandA. Oggi allo spazio di via Cenisio al 16 (dalle 19, iscrizioni su www.vandaepublishing.com).

VandA. è un originale e un po’ folle progetto editoriale con dna digitale (e tutto al femminile) che ha… tre teste. Vicki Satlow, celebre agente letteraria, l’editor e pubblicista Angela Di Luciano e Silvia Brena, scrittrice e giornalista. VandA. sta per le iniziali dei nomi delle prime due unite da «and» più un punto a rappresentare la terza socia. E anche fuori dai confini. i titoli, tradotti in inglese, vengono resi disponibili per un pubblico più allargato. «Non siamo in competizione con gli altri editori», spiega Satlow, «a volte lavoriamo fianco a fianco. Con alcuuni autori facciamo da apirpista, pubblicandoil nuovo libro in formato elettronico prima che cartaceo, nell’interesse dell’autore e del libro». Nata un anno fa VandA. Conta già 60 titoli e una squadra di nomi noti, tra i quali Andrea G. Pinketts, Roberta Schira, Luca Ricci, Alfio Caruso e la superstar Susanna Tamaro. Libri introvabili, vintage. Dietro VandA. c’è un’idea che merita di essere sostenuta: è la prima casa editrice in crowdfunding. Fino a metà marzo si può finanziare il progetto (su Limoney.it), in cambio VandA. offre una community tra lettore e autore, serate esclusive con l’autore o l’ingresso nel comitato editoriale. Al «Party con asta», con il collettivo NomadidiParole, tra i pezzi battuti la òprima edizione con autografo di «Va’ dove ti porta il cuore».


 

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Crowdfunding


(Il Sole 24 Ore, 2 febbraio 2014)


– Vicki Satlow, agente letterario, Angela Di Luciano, editor, e Silvia Brena, giornalista, direttore di magazine e oggi a capo di un’importante agenzia di comunicazione, hanno dato vita a VandA.ePublishing, nuova casa editrice digitale, indipendente, senza confini.

VandA. è una casa editrice innovativa, che sfrutta le possibilità offerte dalla rete e le nuove tecnologie per un approccio diverso al mercato editoriale. Nasce con un dna digitale e l’intento di coinvolgere autori e lettori in una community, con criteri di condivisione e complicità tipici della rete. E a questo dna ruisponde la scelta – fino ad oggi inedita per una casa editrice italiana – di presentare il progetto su una piattaforma di crowdfunding, Limoney.it. L’obiettivo è di pubblicare 100 titoli l’anno, tra novità e recuperi, restituendo ai lettori il piacere di nuove scoperte o di ritrovare i libri amati. Pubblica fiction, non fiction, graphic novel, erotique, teatro, letteratura per bambini. 60 i titoli già in catalogo suddivisi in varie collane.


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L’editrice di nome VandA nuota nel mare della rete


di Annarita Briganti (La Repubblica, 28 gennaio 2014)


– Un editore di nome “VandA.”, che nuota controcorrente in un mare di ebook.

Nasce in questi giorni a Milano VandA.epublishing, la prima casa editrice italiana in crowdfunding.

Partita con un catalogo di 60 ebook, che diventeranno 100 entro l’anno, fondata ufficialmente l’8 marzo del 2013 da tre signore dell’ediptria – l’agente americana Vicki Satlow, l’editor e pubblicista siciliana Angela Di Luciano e la scrittirce e giornalista milanese Silvia Brena – VandA. sarà finanziata dal popolo della rete.

Le tre socie hanno lanciato un appello: servono 10.000 euro entro 60 giorni. La sottoscrizione pubblica èsul sito www.limoney.it. L’offerta è libera, dalle poche centinaia di euro delle prime donazioni agli investitori tradizionali, che hanno promesso il loro contributo. Dai 10 euro dei lettori ai mecenati della cultura, di cui si sente la mancanza nel paese in cui 6 italiani su 10 non sanno nenanche cosa sia un libro. In cambio, i finanziatori avranno diritto a dediche e fascette personalizzate, incontri con gli auotir, ingresso nel comitato di selezione delle opere. Inedito l’uso del del cofinanziamento per l’editoria, ma c’è un precedente culturale, che fa ben sperare. Il festival del giornalismo si è salvato dalla chiusura raccogliendo sul web più di 80.000 euro, che renderanno possibile l’ottava edizione a fine aprile a Perugia.

Acronimo di Vicki (V) e Angela (A), che hanno avuto l’idea, alle quali si è subito aggiunta Silvia (il punto), VandA. è un impresa tutta al femminile. «L’arrrivo delle donne ai vertici del mondo del lavoro sarà una rivoluzione epocale, che supererà per importanza il boom dei cinesi», sostiene Silvia, che ha diretto giornali e fondato un’agenzia di comunicazione, l’80 per cento dei dipendenti donne.

Ma cos’è VandA.? Non è una bambola, non è un pesce e neanche un’operazione della Cia, dicono le socie, amiche da anni, unite dallo sguardo fiducioso sul futuro e dal non prendersi troppo sul serio. «Abbiamo in mente una casa editrice digitale, indipendente, che operi a livello globale secondo una logica di condivisiobe e complicità», racconta Angela, di formazione filosofica, la manager del trio. «Puntiamo su una piattaforma di contenuti e di autori di vario genre, in diverse lingue, in tutto il mondo: fiction sia come novità sia come testi fuori catalogo o introvabili; non fiction sull’attualità sociale e politica; graphic novel e erotique; testi teatrali, la cui brevità è perfetta per il formato ebook; letteratura per bambini e manuali di self help».

Gli scrittori non riceveranno anticipi, ma il 50 per cento sui ricavi dell vendite, al netto delle spese, che nel caso del digitale sono minime. Come hanno reagito alla mancanza della carta? «Sono tornati anche quelli che avevano detto no», ricorda Angela. Così in Vanda. troviamo Susanna Tamaro, autrice numero uno di Vicki, che l’ha fatta tradurre ovunque. Hanno dato fiducia all’iniziativa Renato Mannheimer, Andrea Pinketts e Luca Ricci, tra i primi ad essere tradotto in inglese. In catalogo ci sono anche Pierangelo Dacrema e Piero degli Antoni, dei quali VandA. ha recuperato gli esordi, Sergio Bambarèn, di cui pubblica l’opera originale in inglese, Alfio Caruso e Anna Momigliano, autrice de Il Macellaio di Damasco, primo in classifica per un mese su BookRepublic.

C’è spazio anche per il self publishing, curato da Laura Lepitit, fondatrice dell’editore La Tartaruga. «In Italia non si conosce il valore dell’editing», denuncia Laura. «Gli aspiranti autori possono inviarci i manoscritti dal sito VandA.epublishing.com. Quelli meritevoli saranno editatida me (12 euro a cartella) e poi pubblicati in un’apposita collana digitale. Il costo, peraltro contenuto, è una barriera contro i perditempo e i mitomani. Il successo arriva solo per chi ci crede».

VandA. è anche una reazione alla frustrazione, la migliore risposta a chi si lamenta della crisi e senza muovere un dito. «Il turn-over del nostro mercato è impazzito, è questo il vero motivo del crollo dell’editoria – ricorda Vicki – Libri scritti, curati, acquisti, promossi con cura, che vanno fuori catalogo senza neanche dare il tempo ai lettori di scoprirli». Qual è la soluzione? «condividere le energie, superare le rivalitrà inutili tra editoria cartacea e produzione digitale, recuperare lo spirito di squadra. Non si ha idea di quanti ci stiano chiedendo come aiutarci, abbiamo avuto reazioni estremente generose, non solo dal punto di vista finanziario».

Ce la farete? «Non abbiamo scoperto l’Merica nè fondato Google – ricorda Angela – ma stiamo facendo un lavoro minuzioso d’indagine per capire dove possa ricollocarsi il libro oggi. C’infiliamo negli intersizi del sistema editoriale, lasciati vuoti dai contenuti e dai formati tradizionali, cercando di essere sempre un minuto avanti agli altri».


 

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Un editore di nome VandA. Per nuotare controcorrente


(Economia Italiana, 27 gennaio 2014)


Si tratta della prima casa italiana in crowdfunding, che ha come obiettivo la pubblicazione di un centinaio di libri all’anno.

Ma davvero c’era la necessità di una nuova casa editrice in un Paese dove si legge sempre meno – secondo i dati Istat di fine 2013 sei italiani su dieci non aprono nemmeno un libro l’anno – e dove il mercato è saturo di titoli che non riescono a stare in libreria il tempo necessario per farsi conoscere, sopraffatti da logiche distributive che ne impongono un veloce turn-over?
Vicki Satlow, agente letterario, Angela Di Luciano, editor, e Silvia Brena, giornalista, direttore di magazine e oggi a capo di un’importante agenzia di comunicazione, ne sono convinte. Tanto da aver dato vita a VandA.ePublishing, una nuova casa editrice digitale, indipendente e senza confini. «Pubblichiamo – spiega Angela – autori di qualità già noti o esordienti. Li traduciamo in inglese rendendoli disponibili in tutto il mondo, recuperiamo testi introvabili in libreria, anche se recenti, perché ormai fuori catalogo. Ci crediamo moltissimo e siamo sicure che la nostra scelta possa davvero fare la differenza».
VandA. è quindi una casa editrice innovativa, che sfrutta le possibilità offerte dalla rete e le nuove tecnologie per un approccio diverso al mercato editoriale. Una editrice con un DNA digitale e l’intento di coinvolgere autori e lettori in una community, con criteri di condivisione e complicità tipici della rete. E a questo DNA risponde la scelta inedita di presentare il progetto su una piattaforma di crowdfunding, www.limoney.it.
L’obiettivo è quello di recuperare risorse per portare avanti un progetto – peraltro già supportato da una politica di prezzi bassi e da un magazzino digitale per abbattere i costi – che risulti vincente in termini di tempo. Nel senso di trovarsi bene in sella nel momento in cui esploderà per davvero il fenomeno e-book. Da qui il tentativo di coinvolgere i lettori digitali con le stesse modalità che furono utilizzate da Barack Obama per sostenere la sua corsa verso la presidenza degli Stati Uniti.
In buona sostanza a cosa puntano le tre fondatrici? A raccogliere diecimila euro a integrazione del budget da loro coperto, con un sistema di premi che vanno dalla dedica personalizzata sulla copertina del libro in fascetta all’incontro esclusivo con l’autore prescelto, dall’accesso a corsi di scrittura creativa fino all’ingresso nel comitato editoriale della stessa casa editrice.
Ma torniamo al dunque. Superando le logiche distributive e senza le costrizioni della distribuzione cartacea, questa nuova casa può quindi permettersi di rischiare e sperimentare. «Non siamo in competizione con gli altri editori – tiene a sua volta a precisare Vicki – visto che a volte lavoriamo con loro fianco a fianco. Con alcuni autori, per esempio, facciamo da apripista, pubblicando il nuovo libro in formato elettronico prima che in quello cartaceo, come parte di una strategia condivisa con il suo editore, nell’interesse dell’autore e del libro».
Detto questo, su cosa punta VandA.? Su contenuti e autori di provenienza diversa e di vario genere, con l’obiettivo di pubblicare 100 titoli l’anno, tra novità e recuperi, restituendo ai lettori il piacere di nuove scoperte o di ritrovare i libri più amati. Pubblicando fiction, non fiction, graphic novel, erotique, teatro e letteratura per bambini. Sessanta i titoli già in catalogo – suddivisi in varie collane (VandA.Original, VandAutori, VandA.Introvabili, VandA.Vintage…) – grazie a una nutrita schiera di autori che a questa iniziativa hanno voluto dare fiducia subito: così si va da Renato Mannheimer a Susanna Tamaro, da Andrea Pinketts a Luca Ricci (tra i primi a essere tradotti in inglese), da Pierangelo Dacrema a Piero Degli Antoni, dei quali VandA. ha recuperato i primi lavori. Altre firme acquisite quelle di Sergio Bambarén (del quale viene pubblicata l’opera originale in lingua inglese), Alfio Caruso Anna Momigliano, il cui Il macellaio di Damasco è stato primo in classifica per un mese su BookRepublic.
Che altro? VandA. completa la sua offerta con un servizio di lettura di testi inediti, curato da Laura Lepetit, fondatrice e anima della storica casa editrice La Tartaruga. In caso di valutazione positiva, i testi accuratamente revisionati e approvati vengono pubblicati nella collana TurtleVandA e distribuiti in tutti i bookstores online italiani.
Detto questo ricordiamo che VandA. (chi non ricorda l’istrionico film Un pesce di nome Wanda, al quale ci riconduce l’iniziativa) altro non è se non l’acronimo di Vicki (V) e (and) Angela (A), che hanno avuto l’idea, alle quali si è subito aggiunta Silvia (il punto). Quindi VandA, un’iniziativa imprenditoriale tutta al femminile, nata dalla passione di tre donne con grandi esperienze e competenze in campo editoriale, accomunate dall’amore per i libri, curiose e desiderose di cambiamento, che in un momento drammatico per l’editoria hanno avuto il coraggio di raccogliere una nuova sfida. E, guarda caso, VandA.ePublishing ha come data di fondazione proprio l’8 marzo 2013.


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VandA.ePublishing, nuovo editore digitale tutto al femminile


(Gli amanti dei libri, 20 gennaio 2014)


– Aziende e attività commerciali chiuse per la crisi sommata all’attitudine poco letteraria degli italiani (secondo i dati ISTAT del 2013 sei italiani su dieci non hanno letto un solo libro nell’anno solare) dovrebbero sconsigliare di impegnarsi in qualsiasi attività nel campo editoriale, ma questa equazione non vale per tre donne intraprendenti, con il senso degli affari e una grande passione per i libri.

Aziende e attività commerciali chiuse per la crisi sommata all’attitudine poco letteraria degli italiani (secondo i dati ISTAT del 2013 sei italiani su dieci non hanno letto un solo libro nell’anno solare) dovrebbero sconsigliare di impegnarsi in qualsiasi attività nel campo editoriale, ma questa equazione non vale per tre donne intraprendenti, con il senso degli affari e una grande passione per i libri. Vicki Satlow, agente letterario, Angela Di Luciano, editor, e Silvia Brena, ex direttore di Cosmopolitan e amministratore delegato di Network Comunicazione, hanno fondato la VandA.ePublishing, nuova casa editrice digitale nata sulla piattaforma crowdfunfing www.limoney.it. La novità sta nell’autofinanziamento dell’attività attraverso le connessioni che si creano in rete tra autori, scrittori e lettori, come nel caso delle ultime elezioni del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama che ha pagato parte della sua campagna elettorale con i soldi donati spontaneamente dai suoi elettori. Le tre imprenditrici offrono in base alle offerte: corsi di scrittura creativa, una t-shirt autografata o un libro con l’intento di arrivare, entro 57 giorni, alla cifra di diecimila euro a integrare il budget da loro anticipato. Afferma fiduciosa Angela Di Luciano “Crediamo moltissimo in questo progetto e siamo sicure che la nostra scelta possa davvero fare la differenza”.

VandA. acronimo di Vicki (V) e (and) Angela (A) più il punto (Silvia), ha come obiettivo la pubblicazione di 100 titoli l’anno tra novità, recuperi di testi ormai fuori commercio e grazie alle immediate traduzioni degli ebook in inglese. Il grande successo della casa editrice nata l’otto di marzo (e quale data se no?) è stato Il macellaio di Damasco di Anna Momigliano, primo in classifica su BookRepublic per un mese, ma altri grandi scrittori hanno dato da subito fiducia a quest’emergente di belle speranze come Andrea Pinketts, Renato Mannheimer e Luca Ricci. Per distinguersi dalla concorrenza Vicki Satlow afferma. “ Non siamo in competizione con gli altri editori, anzi a volte lavoriamo fianco a fianco. Con alcuni autori facciamo da apripista, pubblicando il nuovo libro in formato elettronico prima di quello cartaceo, come parte di una strategia condivisa dall’editore, nell’interesse dell’autore e del libro”.


 

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VandA, la casa editrice che vuole pubblicare 100 ebook l’anno apre al crowdfunding


(Corriere della Sera, 17 gennaio 2014)


– Una nuova start up in crowdfunding.

Sessanta giorni per ottenere 10 mila euro dai lettori. VandA.ePublishing, giovane casa editrice digitale, è sulla piattaforma crowdfunfing www.limoney.it. L’idea è quella di coinvolgere i lettori digitali con la stessa modalità usata da Barack Obama, che ha pagato parte della sua campagna elettorale per la presidenza con i soldi donati dai suoi elettori.

IL PROGETTO – I sostenitori di VandA avranno in cambio delle loro offerte un corso di scrittura creativa (50 euro), una t-shirt autografata (30 euro), un libro (10 euro). Fondi che serviranno a migliorare il migliorare il progetto VandA: 100 titoli l’anno scelti dalle tre fondatrici:,Vicki Satlow (agente letterario), Angela Di Luciano (ex senior editor della divisione libri di economia e management del gruppo Sole 24 ore) e Silvia Brena (ex direttore di Cosmopolitan e Ceo di Network Comunicazione). Tra gli ebook più venduti targati VandA, “Il macellaio di Damasco” di Anna Momigliano. “Dal marzo 2013 abbiamo pubblicato 60 titoli, di cui 28 novità e 32 riedizioni di fuori catalogo (introvabili) e vintage (fuori diritti)”, dice Angela Di Luciano.

IL MODELLO – “Ciò che differenzia VandA., che la rende un caso a sé oggi sul mercato è il tipo di modello economico che abbiamo cercato di adottare: politica dei prezzi bassi (da 1.90 euro e 7.90 a libro), certamente, ma non basta. Magazzino digitale per abbattere i costi, sicuro, ma non è sufficientemente distintivo. Perché al contrario del modello corrente che gioca sulla quantità e punta su uno sforzo produttivo imponente, per “inondare” le librerie, virtuali o meno, di titoli ogni mese, VandA. punta al recupero di risorse uscite dal mercato (i titoli “dimenticati” o troppo presto ritirati), e sulla garanzia di un mercato globale grazie alle immediate traduzioni in inglese”. Tre professioniste nel campo editoriale, Vicki, Angela e Silvia, 1000 titoli l’anno e una mission: “Ci siamo date due anni. Siamo partite con una politica di prezzi bassi, ci dobbiamo guadagnare un pezzo di territorio in tempo”, continua Angela Di Luciano. “Quando esploderà il fenomeno ebook noi ci saremo”.


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VandA, nuovo editore digitale che guarda al mercato internazionale


(Affaritaliani, 17 gennaio 2014)


– E-book & crowdfunding: “Pubblichiamo autori di qualità già noti o esordienti, li traduciamo in inglese rendendoli disponibili in tutto il mondo, recuperiamo testi introvabili in libreria, anche se recenti, perché ormai fuori catalogo”. Nasce un nuovo editore digitale, VandA, da un’idea di tre donne: Vicki Satlow, agente letterario, Angela Di Luciano, editor, e Silvia Brena, giornalista.

Ma davvero c’era la necessità di una nuova casa editrice in un paese dove si legge sempre meno – secondo i dati Istat del 30 dicembre 2013 6 italiani su 10 non aprono nemmeno un libro l’anno – e dove il mercato è saturo di titoli che non riescono a stare in libreria il tempo necessario per farsi conoscere, sopraffatti da logiche distributive che ne impongono un veloce turn-over? Vicki Satlow, agente letterario, Angela Di Luciano, editor, e Silvia Brena, giornalista, direttore di magazine e oggi a capo di un’importante agenzia di comunicazione, ne sono convinte tanto da aver dato vita a VandA.ePublishing, nuova casa editrice digitale, indipendente, senza confini. “Pubblichiamo autori di qualità già noti o esordienti, – spiega Angela – li traduciamo in inglese rendendoli disponibili in tutto il mondo, recuperiamo testi introvabili in libreria, anche se recenti, perché ormai fuori catalogo. Ci crediamo moltissimo e siamo sicure  che la nostra scelta possa davvero fare la differenza”.

IL COMUNICATO DI LANCIO:

VandA. è una casa editrice innovativa, che sfrutta le possibilità offerte dalla rete e le nuove tecnologie per un approccio diverso al mercato editoriale. Nasce con un dna digitale e l’intento di coinvolgere autori e lettori in una community, con criteri di condivisione e complicità tipici della rete. E a questo dna risponde la scelta – fino a oggi inedita per una casa editrice – di presentare il progetto su una piattaforma di crowdfunding, Limoney.it

VandA. supera le logiche distributive attuali e senza le costrizioni della distribuzione cartacea può permettersi di rischiare, sperimentare. “Non siamo in competizione con gli altri editori – ci tiene a precisare Vicki – anzi, a volte lavoriamo fianco a fianco. Con alcuni autori, per esempio, facciamo da apripista, pubblicando il nuovo libro in formato elettronico prima che in quello cartaceo, come parte di una strategia condivisa con l’editore, nell’interesse dell’autore e del libro”.

VandA. punta su contenuti e autori di provenienza diversa, e di vario genere, con l’obiettivo di pubblicare 100 titoli l’anno, tra novità e recuperi, restituendo ai lettori il piacere di nuove scoperte o di ritrovare i libri amati. Pubblica fiction, non fiction, graphic novel, erotique, teatro, letteratura per bambini. 60 i titoli già in catalogo – suddivisi in varie collane (VandA.Original, VandAutori, VandA.Introvabili, VandA.Vintage…) – grazie a una nutrita schiera di autori che a VandA. hanno voluto dare fiducia da subito: da Renato Mannheimer a Susanna Tamaro, da Andrea Pinketts a Luca Ricci, tra i primi ad essere tradotto in inglese, a Pierangelo Dacrema e a Piero Degli Antoni, dei quali VandA. ha recuperato i primi lavori, da Sergio Bambarèn, di cui pubblica l’opera originale in lingua inglese, ad Alfio Caruso o Anna Momigliano, il cui Il macellaio di Damasco è stato primo in classifica per un mese su BookRepublic.

VandA. completa la sua offerta con un servizio di lettura di testi inediti, curato da Laura Lepetit, fondatrice e anima della storica casa editrice La Tartaruga. In caso di valutazione positiva, i testi accuratamente revisionati e approvati vengono pubblicati nella collana TurtleVandA e distribuiti in tutti i bookstore online italiani.

Il progetto di VandA. è disponibile in crowdfunding da oggi per 60 giorni. L’obiettivo è di raccogliere diecimila euro a integrazione del budget coperto dalle fondatrici, con un sistema di premi che vanno dalla dedica personalizzata sulla copertina del libro in fascetta all’incontro esclusivo con l’autore prescelto, fino all’ingresso nel comitato editoriale della casa editrice.

Acronimo di Vicki (V) e (and) Angela (A), che hanno avuto l’idea, alle quali si è subito aggiunta Silvia (il punto), VandA. è un’iniziativa imprenditoriale tutta digitale e tutta al femminile, nata dalla passione di tre donne con grandi esperienze e competenze in campo editoriale, accomunate dall’amore per i libri, curiose e desiderose di cambiamento, che in un momento drammatico per l’editoria hanno avuto il coraggio di raccogliere una nuova sfida. E guarda caso, VandA.ePublishing ha come data di fondazione proprio l’8 marzo 2013.


 

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Il giorno che nacque il macellaio di Damasco


(Democratica, 13 novembre 2013)


– Come accade che un chirurgo di belle speranze si trasformi in aguzzino? Un estratto dal libro di Anna Momigliano, «biografia di un tiranno che non voleva esserlo».

Bashar ha vissuto una parte della giovinezza all’ombra del fratello Basil e i primi anni della presidenza temendo – e, direbbero alcuni, a ragione – il confronto con il padre. «Il fantasma di Hafiz lo perseguitava», ricorda Roula Khalaf, la corrispondente del Financial Times in Medio Oriente. Hafiz era una leggenda, il patriarca della nazione, demiurgo del regime socialista: non sorprende che davanti a un’eredità tanto ingombrante Assad figlio, che dopo tutto era una seconda scelta, abbia avvertito a lungo una certa soggezione.

Tuttavia intorno al 2007 le cose cambiano radicalmente, e il timore reverenziale cede il passo a uno spavaldo senso di rivalsa – nei confronti del mondo e del fantasma paterno. «In quel periodo Bashar ha cominciato ad andare in giro dicendo: “Io sono più grande di mio padre”, si sentiva invincibile», racconta Ayman Abdel Nour, un ex amico dei tempi dell’università che per anni ha lavorato col regime, prima di schierarsi con l’opposizione. Abdel Nour, come altri che hanno conosciuto Bashar, vede nel 2007 un punto di svolta per il presidente e per il suo regime: il momento in cui Bashar ha cominciato a covare un’illusione di onnipotenza che avrebbe poi contribuito a far precipitare la Siria nel caos.

Per Assad padre l’isolamento internazionale è stato, almeno in parte, una scelta dettata dall’orgoglio, ma per Bashar le cose sono andate diversamente. Il giovane Assad non condivideva la scelta isolazionista del padre e avrebbe desiderato, pure con la massima cautela, abbattere alcuni dei muri che circondavano la Siria. Dopo la sua salita al potere, nel luglio del 2000, in un primissimo momento sembravano anche esserci le condizioni necessarie a portare avanti questo cambiamento: gli Stati Uniti riponevano ancora fiducia nel processo di pace ed erano disposti a venire incontro al regime siriano. E proprio in quel periodo a Damasco fioriva una tiepida stagione riformatrice che il mondo guardava favorevolmente.

Nel giro di pochi mesi, tuttavia, gli equilibri del Medio Oriente cambiano radicalmente. Nell’autunno del Duemila esplode la seconda Intifada: Bashar mette subito in chiaro che non intende più negoziare con Israele. Un anno più tardi, l’attentato contro le Torri gemelle sconvolge i rapporti tra Stati Uniti e mondo islamico. Ma è soprattutto la trasformazione ideologica della politica estera statunitense, l’avvento della cosiddetta “dottrina Bush” a spiazzare il giovane Assad: «Le regole del gioco stavano cambiando», racconta il suo biografo David Lesch, «ed erano dettate dall’amministrazione Bush in maniera tale da escludere la Siria dal gioco».

Quando il premier libanese Rafiq Hariri viene ucciso, nel febbraio del 2005, tutti gli occhi sono puntati su Damasco.

Le pressioni internazionali aumentano. Bush e Chirac rilasciano una dichiarazione congiunta chiedendo il ritiro immediato delle truppe siriane dal Libano. Germania, Arabia Saudita e persino la Russia esortano il regime a cedere. Messo con le spalle al muro, Assad annuncia che il suo esercito lascerà completamente il territorio libanese «entro i prossimi due mesi». Manterrà la promessa. Isolato dal mondo arabo, preso di mira dall’Occidente e sconfitto sul terreno dove era più forte, il Libano, Bashar sembra un uomo finito.

A Damasco, tuttavia, il fronte rimane compatto. Anzi, il giovane Assad consolida il suo potere epurando una serie di esponenti della vecchia guardia. Sopravvissuto al peggio nel 2005, Assad trova la sua rivincita nell’anno successivo. In Iraq gli americani si trovano in un pantano: George W. Bush è umiliato. Esplode il conflitto tra Hezbollah e Israele che si conclude con un Libano nuovamente da ricostruire e più di mille vittime, ma per Hezbollah è una vittoria morale e strategica. Bashar vive la vicenda come un successo personale. Pensa di avere sconfitto Israele. E, soprattutto, si convince di essere riuscito laddove suo padre aveva fallito ben due volte.

Chi ha conosciuto Assad riferisce che queste vicende hanno avuto un grande impatto sulla sua personalità. «Alla fine del 2007, Bashar si sentiva vendicato», racconta il suo biografo. «Una volta superate queste pressioni, Bashar ha cominciato a sentirsi completamente invincibile» racconta l’ex consigliere Ayman Abdel Nour, che è stato allontanato insieme ad altre voci critiche proprio in quel periodo. «Assad pensava di potere fare qualsiasi cosa senza pagarne il prezzo, dopotutto aveva sconfitto Bush e Chirac! Non sentiva più il bisogno di avere consiglieri e neppure tecnocrati. Non tollerava più le critiche. Ha affidato l’esercito a suo cognato Assef Shawkat, la sicurezza a suo cugino Hafiz Makhlouf, e la valutazione dell’economia al suo altro cugino Rami Makhlouf e sua moglie Asma».

La Siria, ancora più di prima, diventa un’azienda di famiglia. Se Bashar, il figlio non prediletto di Hafiz, ha trascorso i primi anni della sua presidenza schiacciato dal timore del confronto con il padre, il convincimento di averlo non solo eguagliato, ma addirittura superato, produce in lui un’ubriacatura di potere. Un delirio di onnipotenza di cui presto pagherà il conto una nazione intera.

* estratto da Il Macellaio di Damasco. Bashar al Assad, biografia di un tiranno che non voleva esserlo (VandA ePublishing, illustrazione in copertina di Hanoch Piven)