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Intervista – Manuela Siciliani

Manuela Siciliani è stata ospite venerdì 11 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino all’evento organizzato da SEU Scrittori Emergenti Uniti, Sogni d’inchiostro – Staffetta di talenti letterari.
Qui l’intervista di Gabriele Farina.

 


 

La serie di Rebecca Town è composta da 5 imperdibili volumi:
Rebecca Town a Parigi
Rebecca Town a Londra
Rebecca Town a Roma
Rebecca Town a Praga
Rebecca Town a New York

 

 

Becky è una splendida newyorkese, modaiola, acuta, passionale, dal passato tormentato e scrittrice di guide turistiche. Ogni romanzo è ambientato ogni volta in una città diversa, una città descritta come si confà a una guida: le tappe da non perdere, i locali più trendy ma anche quelli più defilati e che però meritano “una menzione”, i luoghi dello shopping, le strade, i cibi… Ogni luogo diventa così l’incantevole cornice ai misteri che Becky, detective per caso, si trova a risolvere. Una città, un delitto. Ma c’è anche la personale vicenda della nostra esuberante guida, che nel corso di ogni romanzo troverà l’amore, scoprirà la verità sulla misteriosa morte dei genitori e… Chissà?


 

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Evento – “Trilogia SCUM” @ Giardino dei Ciliegi, Firenze


Firenze, 11 maggio 2018, h 18


– VandA.ePublishing e Morellini Editore presentano venerdì 11 maggio, ore 18, Trilogia SCUM di Valerie Solanas. 

 

Dopo una breve presentazione di Liana Borghi, intervengono le due curatrici, Stefania Arcara e Deborah Ardilli.

Trilogia SCUM presenta per la prima volta nel mondo tutti gli scritti di Solanas – Manifesto SCUM in una nuova traduzione e due inediti a livello mondiale In culo a te, Prontuario per fanciulle – in un unico volume arricchito da due introduzioni critiche.

 

Vi aspettiamo al Giardino dei Ciliegi, in via dell’Agnolo 5, Firenze.

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Evento – “L’economia del dono” @ Auditorium Ente Cassa di Risparmio di Firenze


Firenze, 5 maggio 2018, dalle 11,30 alle 17,30.


– VandA.ePublishing annuncia la partecipazione, sabato 5 maggio, dalle ore 11.30, di Genevieve Vaughan.

       

 

L’evento sarà disponibile in streaming qui.

Ecco i libri di Genevieve Vaughan:
Homo donans
Per-donare
Le radici materne dell’economia del dono

 

Vi aspettiamo in Via Folco Portinari 5, 50122, Firenze!


 

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Una via di fuga dal nostro debito


Il Giornale (30 aprile 2018)


– L’Italia ha nel debito pubblico, ormai pari al 132 % del Pil, la sua maggior vulnerabilità. 

L’Italia ha nel debito pubblico, ormai pari al 132 % del Pil, la sua maggior vulnerabilità. Tagli alle spese e al welfare, politiche di austerità e gli aiuti della Bce non sono riusciti, negli ultimi anni, a impedirne la lievitazione. Un vicolo cieco, se non si ridà sovranità al Paese collocandolo al di fuori dei confini dell’eurozona? Pierangelo Dacrema, professore di Economia degli intermediari finanziari all’Università della Calabria, non è di questo avviso. E nel suo «La buona moneta. Come azzerare il debito pubblico e vivere felici», dà una ricetta per rendere sostenibile questo peso da oltre 2.200 miliari di euro.

La trama
Dal greenback di Lincoln durante la guerra di secessione ai Mefo di Scahft agli albori del nazismo, fino ai Certificati di credito fiscale di stampo keynesiano, nella storia contemporanea non sono certo mancate soluzioni eterodosse e fantasiose per provare a finanziare la crescita e disinnescare la mina del debito. Gli esempi citati si basano sulla circolazione di una valuta parallela rispetto a quella ufficiale, ed è questa la base della proposta di Dacrema. Con una premessa: l’Italia deve restare in Europa. Può farlo, secondo l’autore, anche se dovesse decidere di rimborsare Btp, Cct e Bot con una moneta a corso forzoso, cioè valida solo in Italia, con un rapporto 1 a 1 sull’euro, da impiegare fino a quando l’indebitamento non sia stato riportato entro il parametro del 60% (o anche fino al suo azzeramento). Uniche avventure: divieto per le banche di usare questa moneta per erogare prestiti o per operazioni finanziarie. L’operazione, ammette l’autore, non è esente da rischi. Il primo è che l’Europa dica no. L’altro è la massiccia vendita di debito italiano da parte degli stranieri.

Chi non può perderselo
Chi non crede che sia ancora una via d’uscita dal debito.

A chi non piacerà
A chi non ci crede più.


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Evento – La materia sapiente del relativo plurale @ Casa delle donne, Milano


Milano, 18 aprile 2018, h 19.30.


“Guardati dall’impegolarti in circonvoluzioni mentali e frasi sopraffine e vuote: sono il segno di un simbolico assassino, negatorio di esistenze vere, con cui il potere ti tira dentro e insieme per renderti idiota, stupidamente succube. Non cercare di capire quello che non è da capire ma è da eliminare”
 

 

Arduo il compito che Daniela Pellegrini si è data in questo suo ultimo libro: unire una critica lucida e impietosa ai maschi della specie umana e al loro scellerato operare cercando nello stesso tempo di uscire dal dualismo che hanno voluto imporre in tutti i contesti per creare un potere di sopraffazione che li compensasse della ferita primordiale di non poter metter al mondo, ma solo essere messi al mondo. Nonostante sia il suo corpo di donna a permetterle di  vedere il maschile qual è nelle sue messe in atto, è la consapevolezza profonda dell’appartenenza forte alla materia tutta che ne guida il pensiero in questo tentativo di teorizzare un luogo terzo, quello dove sono le parzialità di ciascuno e di ogni cosa che insieme permettono la vita. Perché se la realtà stessa testimonia di questa evidenza, ben altro è il discorso che gli uomini ci hanno costruito intorno. Discorso da cui le donne non sono ancora riuscite a uscire. Daniela Pellegrini apre le contraddizioni che hanno abitato e ancora abitano il pensiero delle donne nella ricerca di una sintesi che mostri strade future da percorrere, senza piegarsi a semplificazioni o fraintendimenti che ne mettano in pericolo la forza e l’efficacia. Ma il libro non contiene solo la proposta di un discorso femminile sul mondo: analizza le attuali minacce al femminismo, smaschera un pensiero moderno che non ha in sé niente di nuovo e per l’ennesima volta ci interroga sul da farsi dopo avere visto il patriarcato in tutta la sua in-sapienza.

 

 


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“La materia sapiente del relativo plurale”, il libro di Daniela Pellegrini alla Casa Donne


Il Paese delle Donne online, 15 aprile 2018


– Giovedì 19 aprile 2018 alle 18.30 nello Spazio da vivere della Casa delle Donne di Milano la Bibliomediateca presenterà il libro di Daniela Pellegrini “La materia sapiente del relativo plurale: ovvero il luogo terzo della parzialità”. Dialogherà con l’autrice Ilaria Baldini.

Giovedì 19 aprile 2018 alle 18,30 nello Spazio da vivere della Casa delle Donne di Milano la Bibliomediateca presenterà il libro di Daniela PellegriniLa materia sapiente del relativo plurale: ovvero il luogo terzo della parzialità”. Dialogherà con l’autrice Ilaria Baldini.

Questo incontro è il secondo nell’ambito della rassegna voluta e progettata dalla Bibliomediateca dal titolo Le pratiche politiche del movimento delle donne: corpi, voci, scritture. Le voci delle protagoniste che sul filo dei loro libri di recente pubblicazione ricostruiscono pratiche, pensieri e vissuti della storia del femminismo italiano.

Daniela Pellegrini,madre del femminismo radicale italiano e ideatrice del primo gruppo politico italiano di donne (Dacapo, 1964, divenuto poi Demau), perora da sempre il “separatismo” come azione fondante e creativa della politica delle donne nonché come vera autonomia dal patriarcato. Nel 1981 fonda a Milano, insieme a Nadia Riva, “Cicip & Ciciap“, primo circolo culturale e politico femminista, l’unico a mantenersi strettamente separatista nel tempo. Sempre con Nadia Riva crea la rivista “Fluttuaria, segni di autonomia nell’esperienza delle donne” (1987-1994). Da alcuni anni ha (ri)dato vita, presso la Casa delle Donne di Milano, alla pratica separatista dell’Autocoscienza.

“Riconsegnando alla materia, che per Pellegrini è la donnità che accomuna tutti, il suo ruolo di guida razionale della vita tutta ci conduce senza tentennamenti al luogo terzo, indiscutibilmente altro dal due patriarcale, come indiscutibilmente Altro sono le donne, soprattutto quando insieme riprendono quel percorso di autenticità iniziato negli anni ’70 con l’autocoscienza. Perché – dice Pellegrini -,è ancora oggi lo strumento più potente che abbiamo, insieme al separatismo. Allora la materia si incastra, si separa e si dispiega come un frattale, che è sia essenza che funzionamento: è la matrice che si rivela in tutta la sua potenza liberandosi dalle pietre sedimentate in secoli di dominio maschile. Il potere e il denaro che tanto la fanno da padrone perdono la loro forza e permettono la nascita di una specie sapiens di pratiche e pensiero.”

Guardati dall’impegolarti in circonvoluzioni mentali e frasi sopraffine e vuote: sono il segno di un simbolico assassino, negatorio di esistenze vere, con cui il potere ti tira dentro e insieme per renderti idiota, stupidamente succube. Non cercare di capire quello che non è da capire ma è da eliminare. (La materia sapiente)

Arduo il compito che Daniela Pellegrini si è data in questo suo ultimo libro: unire una critica lucida e impietosa ai maschi della specie umana e al loro scellerato operare cercando nello stesso tempo di uscire dal dualismo che hanno voluto imporre in tutti i contesti per creare un potere di sopraffazione che li compensasse della ferita primordiale di non poter metter al mondo, ma solo essere messi al mondo. Nonostante sia il suo corpo di donna a permetterle di vedere il maschile qual è nelle sue messe in atto, è la consapevolezza profonda dell’appartenenza forte alla materia tutta che ne guida il pensiero in questo tentativo di teorizzare un luogo terzo, quello dove sono le parzialità di ciascuno e di ogni cosa che insieme permettono la vita. Perché se la realtà stessa testimonia di questa evidenza, ben altro è il discorso che gli uomini ci hanno costruito intorno. Discorso da cui le donne non sono ancora riuscite a uscire. Daniela Pellegrini apre le contraddizioni che hanno abitato e ancora abitano il pensiero delle donne nella ricerca di una sintesi che mostri strade future da percorrere, senza piegarsi a semplificazioni o fraintendimenti che ne mettano in pericolo la forza e l’efficacia. Ma il libro non contiene solo la proposta di un discorso femminile sul mondo: analizza le attuali minacce al femminismo, smaschera un pensiero moderno che non ha in sé niente di nuovo e per l’ennesima volta ci interroga sul da farsi dopo avere visto il patriarcato in tutta la sua in-sapienza.


 

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Novità – “Nonostante il velo”

Il giovane erede al trono saudita Mohammed bin Salman  che ha appena visitato Stati Uniti e Francia, sta cercando nuovi consensi in occidente. È lui, insieme al padre Salman, a porsi come audace modernizzatore dell’Arabia Saudita, fino ad oggi il paese più chiuso del mondo arabo. È lui ad avere finalmente concesso alle donne saudite il permesso di guidare l’automobile e ad avere pianificato riforme sociali che prevedono anche  la  riapertura dei cinematografi e la concessione di visti turistici.  In questo momento significativo e rivoluzionario per la società saudita esce in una nuova edizione aggiornata Nonostante il velo. Donne dell’Arabia Saudita di Michela Fontana, in libreria con VandAePublishing e Morellini Editore, uno straordinario viaggio dentro la società saudita, attraverso le voci delle donne.   

 

Nuova edizione aggiornata COMING SOON

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Il macellaio di Damasco, Bashar al-Assad

In Siria la guerra continua. E Assad avanza! Il regime di Damasco, insieme all’alleato russo, prosegue la sua offensiva per la riconquista delle ultime  aree del Paese ancora controllate dai ribelli.  Tutt’altro che intimidito dall’attacco occidentale della scorsa settimana,  il presidente Bashar al-Assad, come promesso, rimane fortemente determinato a  riconquistare “ogni centimetro quadrato” della Siria. 

Ma chi è Bashar al-Assad? 

Chi è luomo Bashar?


Autore: Anna Momigliano
Titolo: Il macellaio di Damasco
Collana: VandA.Original
Luogo e data di pubblicazione: Milano, novembre 2013
ISBN e-book: 9788898475117

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Vigorelli in mostra a palazzo Sormani

A proposito della bella mostra Brama di Vita e di Letteratura. Giancarlo Vigorelli nel clima culturale del Novecento, in corso presso la Biblioteca Sormani di Milano, che attraverso l’esposizione dell’intero fondo del grande critico e letterato – le sue carte, recentemente ordinate e catalogate, le edizioni originali con dedica, le riviste letterarie, le fotografie e le sue opere d’arte – ricostruisce le fasi dell’eterogenea attività di Vigorelli e il suo rapporto con scrittori e artisti del Novecento Italiano.

 
 Vi ricordiamo
 

Da Svevo a Pasternak, da Pavese e Parise a Moravia e De Beauvoir, quattordici affascinanti profili di grandi scrittori e poeti pubblicati da Giancarlo Vigorelli tra il 1966 e il 1967, testimonianze preziose e grandi pezzi di critica letteraria. Un tributo al grande intellettuale e critico letterario in occasione del centenario della sua nascita.
Dalla nota introduttiva di Gian Paolo Serino:
«Ha lasciato tanto Vigorelli. Ha lasciato tanto soprattutto a chi non se n’è accorto. Ha lasciato un’idea di cultura e di civiltà, di bontà e di amore che solo la letteratura – quella viva, quella d’azione, non quella polverosa di saggi e saggisti- è riuscita a dare».

Autore: Giancarlo Vigorelli
Titolo: Omaggio a Giancarlo Vigorelli. Brani scelti da La terrazza dei pensieri
Luogo e data di pubblicazione: Milano, giugno 2013
ISBN e-book: 9788898475131


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Evento – “Trilogia SCUM” @ Libreria Minerva, Trieste


Trieste, 5 maggio 2018, h 18.30.


– VandA.ePublishing e Morellini Editore presentano sabato 5 maggio, ore 18.30, Trilogia SCUM di Valerie Solanas. 

Presentazione di Trilogia SCUM a cura di Stefania Arcara e Deborah Ardilli organizzata in collaborazione con Non una di meno e l’associazione culturale Andades.

Valerie Solanas, frequentatrice del Greenwich Village e della Factory, lesbica dichiarata, icona del femminismo radicale, è l’autrice del celebre Manifesto SCUM.

La sua opera, riscoperta nel mondo anglosassone da più di un decennio, resta invece ancora poco nota al pubblico italiano. Trilogia SCUM colma questa lacuna, presentando per la prima volta nel mondo tutti gli scritti di Solanas – Manifesto SCUM in una nuova traduzione e due inediti a livello mondiale In culo a te, Prontuario per fanciulle – in un unico volume arricchito da due introduzioni critiche.

Intervengono:

Deborah Ardilli, una delle curatrici
Francesca Scarpato, studiosa di letteratura femminile

 

Vi aspettiamo alla Libreria Minerva, in via San Nicolò 20, Trieste.

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Evento – “Trilogia SCUM” @ Libreria Moderna, Udine


Udine, 30 aprile 2018, ore 18.


– VandA.ePublishing e Morellini Editore presentano Lunedì 30 aprile, ore 18, Trilogia SCUM di Valerie Solanas. 

Seconda presentazione a Udine per Valerie Solanas – Trilogia SCUM a cura di Stefania Arcara e Deborah Ardilli.

Valerie Solanas, frequentatrice del Greenwich Village e della Factory, lesbica dichiarata, icona del femminismo radicale, è l’autrice del celebre Manifesto SCUM.

La sua opera, riscoperta nel mondo anglosassone da più di un decennio, resta invece ancora poco nota al pubblico italiano. Trilogia SCUM colma questa lacuna, presentando per la prima volta nel mondo tutti gli scritti di Solanas – Manifesto SCUM in una nuova traduzione e due inediti a livello mondiale In culo a te, Prontuario per fanciulle – in un unico volume arricchito da due introduzioni critiche.

Intervengono:

Deborah Ardilli, una delle curatrici
Francesca Scarpato, studiosa di letteratura femminile

 

Vi aspettiamo alla Libreria Moderna, in via Cavour 13, Udine.

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La vera storia di Valerie Solanas


di Barbara Bonomi Romagnoli (La 27esima Ora, 5 aprile 2018)


– Per il grande pubblico Valerie Solanas – scrittrice e femminista statunitense morta in condizioni di indigenza– è anzitutto la psicopatica che ha sparato a Andy Warhol nel 1968, e, solo incidentalmente, l’autrice di Manifesto SCUM e degli altri testi, finora inediti in Italia.

Per il grande pubblico Valerie Solanas – scrittrice e femminista statunitense morta in condizioni di indigenza – è anzitutto la psicopatica che ha sparato a Andy Warhol nel 1968, e, solo incidentalmente, l’autrice di Manifesto SCUM e degli altri testi, finora inediti in Italia. Finalmente son stati pubblicati grazie al lavoro congiunto di due editori, VandA/Morellini, e alla cura di Stefania Arcara, docente di Letteratura Inglese e Gender Studies all’Università di Catania, e Deborah Ardilli, traduttrice e collaboratrice con il “Laboratorio Anni Settanta” dell’Istituto Storico di Modena, entrambe studiose femministe. «In una situazione di normalizzazione diffusa della violenza etero-patriarcale, di cui è parte integrante la cancellazione dell’attività intellettuale delle donne, la memoria del ‘grande pubblico’ opera in maniera selettiva e per questo mette in primo piano il gesto aggressivo di Solanas nei riguardi di un uomo, per di più ammantato di prestigio sociale e culturale. In tali condizioni, è fin troppo facile inquadrare Solanas come la quintessenza del nonpensiero, del collasso della ragione, e cercare nei suoi scritti nient’altro che una conferma», spiega Stefania Arcara. Non è semplice, quindi, leggere la sua opera senza pregiudizi, perché «la violenza esercitata da una donna risulta sempre intollerabile e il giudizio negativo ricade sulla sua scrittura, mentre lo stesso criterio non viene applicato, per esempio, alle opere di Norman Mailer, che accoltellò la moglie, o di William Burroughs e del filosofo Louis Althusser, entrambi uxoricidi, perfettamente integrati nel canone» racconta Arcara. «Sebbene sia stata una protagonista della controcultura statunitense degli anni Sessanta, Solanas scrittrice è stata a lungo oggetto di una damnatio memoriae, compresa la rimozione dalla storia del femminismo: negli Stati Uniti ci sono voluti trentacinque anni, da quando fu composta, perché la sua commedia Up Your Ass fosse messa in scena per la prima volta, molti anni dopo la sua morte. C’è voluto mezzo secolo perché questo testo fosse tradotto in Italia (da Nicoleugenia Prezzavento) e pubblicato nel nostro volume insieme alla nuova traduzione del Manifesto SCUM e al racconto autobiografico del 1966, Prontuario per fanciulle, che narra la giornata di una giovane lesbica proletaria che vive di accattonaggio e prostituzione per le
strade del Greenwich Village».

Solanas vendeva per strada il suo Manifesto, 25 cent per le donne e un dollaro per gli uomini, e la parola Scum è stata a lungo considerata come un acronimo di Society for Cutting Up Men (Società per l’eliminazione dell’uomo), ma la sigla in realtà non compare nel manifesto e l’autrice non era concorde con questa interpretazione perché, prosegue Arcara, «nei suoi testi la ‘teoria’, che ha un andamento contraddittorio, consiste in un’analisi – condotta con gli strumenti retorici dell’umorismo, del sarcasmo, del gergo di strada, dell’insulto – del rapporto sociale tra i sessi e della subordinazione delle donne nel sistema eteropatriarcale, arrivando ad una provocatoria soluzione politica: auspica l’abolizione del sistema binario e gerarchico dei generi, attraverso l’eliminazione di uno dei due, quello dominante che secondo lei è da considerarsi realmente “inferiore” proprio in quanto sente il bisogno di dominare».

Tradurre è anche un po’ un tradire, quale è stata la vostra esperienza rispetto a una scrittura come quella di Solanas? Si è perso qualcosa nella versione italiana?
«Pensiamo alla nostra traduzione come a un modo per rendere finalmente giustizia alla scrittrice Solanas. La nostra è la prima traduzione italiana basata sul rarissimo testo integrale approvato dall’autrice, la quale per tutta la vita fu ossessionata dall’integrità artistica e dal controllo, che non ebbe mai, della propria opera. Fino a oggi le traduzioni italiane di SCUM Manifesto si erano basate sul testo pubblicato dall’Olympia Press senza il consenso dell’autrice subito dopo l’attentato a Warhol – un testo mutilato di alcune parti e alterato dall’editore Maurice Girodias. Edizione che, tra le altre cose, riporta il titolo come acronimo, “S.C.U.M.”, che rimanderebbe a “Society for Cutting Up Men” (un’operazione di marketing editoriale giudicata ‘tasteless’, ‘di cattivo gusto’, da Solanas e finora sempre riproposta nelle traduzioni italiane, con il sottotitolo “società per l’eliminazione del maschio”): invece, nell’Edizione corretta da Valerie Solanas che l’autrice riesce finalmente a pubblicare in proprio nel 1977, il titolo è SCUM, cioè “feccia”, in riferimento alla posizione subordinata delle donne in un mondo egemonizzato dagli uomini ma anche un’operazione di sovvertimento dell’insulto, poiché sarà proprio la scum a guidare la rivoluzione contro quel sistema di potere che l’ha prodotta. Nella sua scrittura Solanas mescola registri stilistici diversi e lessici eterogenei, dal linguaggio scurrile allo stile visionario, dall’umorismo situazionista all’invettiva e all’aforismo, e a volte ricorre al gergo della controcultura del suo tempo. Per noi è stata un’esperienza molto bella restituire a Valerie Solanas la sua voce di scrittrice, così come ha fatto l’altra traduttrice, Nicoleugenia Prezzavento, che è anche regista teatrale, con la commedia Up Your Ass (In culo a te) che presto verrà da lei messa in scena. In accordo con la casa editrice VandA, abbiamo perciò scelto una copertina che ritrae l’autrice con la penna in mano, per restituire finalmente legittimità a Solanas scrittrice».

Ardilli, nella vostra introduzione al volume scrivete “il nome di Valerie Solanas, ancora oggi, segna il limite di rispettabilità e ragionevolezza che il femminismo deve osservare per essere tollerato, e pertanto la lettura delle sue opere è tuttora un atto eversivo”. Qual è oggi il limite di rispettabilità e ragionevolezza che i femminismi devono rispettare per essere tollerati?
«Per qualsiasi gruppo subalterno i limiti da osservare per non incorrere in sanzioni sono quelli dettati, di volta in volta, dalla pressione ideologica e materiale esercitata dalla controparte dominante. Non possiamo stabilire in anticipo, una volta per tutte, quale sarà l’efficacia di quella pressione, in quale misura sarà interiorizzata, aggirata o sfidata. Tuttavia, considerando che i sessi sono gruppi sociali non naturali e avendo chiara la posizione delle donne nella scala gerarchica del genere, mi pare ci sia ancora una straordinaria riluttanza a riconoscere l’esistenza stessa di una controparte e, di conseguenza, a legittimare un’attitudine conflittuale nei confronti degli uomini. Alla “folle” Solanas non si perdona facilmente il fatto di avere individuato, nominato e aggredito frontalmente quella riluttanza. E le si perdona ancora meno il ricorso a repertori d’azione violenti».

Arcara, l’umorismo di Solanas secondo voi è ancora vincente? I femminismi di oggi sono capaci di far ridere?
«Quante volte, di fronte a una battuta “scherzosa” pesantemente sessista che – in quanto donne – non ci fa ridere, siamo state accusate di mancanza di senso dell’umorismo, magari con un paternalistico: “E fattela una risata…”? Per rispondere, parto da una mia osservazione basata sull’esperienza delle
presentazioni di Trilogia SCUM che abbiamo tenuto in giro per l’Italia, in contesti molto diversi. Al momento della lettura, da parte nostra o di attrici, di qualche brano di Solanas, puntualmente nel pubblico di fronte a me ho notato uomini che restavano serissimi, uomini sorridenti, imbarazzati più che divertiti, pochi (quasi certamente non eterosessuali) che ridevano di gusto, e donne che immancabilmente scoppiavano a ridere. Anche l’umorismo è un “terreno di potere” e la sua efficacia dipende da quale posizione occupa chi fa una battuta scherzosa, a spese di quale gruppo sociale, e di fronte a quale pubblico. Solanas fa un’operazione inedita, e molto potente perché esclude qualsiasi atteggiamento vittimistico, nel momento in cui usa l’umorismo per denunciare i rapporti sociali di potere basati sul sesso. Questa operazione la compie da scrittrice isolata, senza avere alle spalle una tradizione di satira femminista che oggi invece esiste e, soprattutto fuori dall’Italia, ha acquistato una certa visibilità. Oggi esiste un pubblico di donne che finalmente può ridere di battute femministe, perché
cinquant’anni di lotta ci hanno finalmente legittimate a farlo».

Ardilli, qual é il ruolo della marginalità nella vita di Solanas rispetto alla sua scrittura?
«Marginalità e scrittura sono dimensioni inscindibili in Solanas. La sua biografia, firmata da Breanne Fahs, è apparsa soltanto nel 2014 e chiarisce aspetti importanti di questo nesso. Quella di Solanas è stata una vita segnata da abusi precoci in famiglia, due gravidanze in età adolescenziale, da violenza economica, da reiterati rifiuti ogniqualvolta ha tentato di proporsi come scrittrice; ma è anche una vita caratterizzata da una coscienza lucida dell’oppressione vissuta e da uno slancio molto forte, da un desiderio lancinante di vita buona che brucia ogni mediazione».


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VandAePublishing presenta: “12 case, tanti pianeti” di Agnese Bizarri


di Laura Brusa (Lo Sbuffo, 4 aprile 2018)


– Il libro racconta sotto forma di favole e poesie il tema dell’affidamento, spiegato in maniera semplice, ma molto ricca: sono esplorati tutti gli aspetti di questa esperienza, da quelli positivi a quelli più difficoltosi e impegnativi da affrontare. 

Il libro racconta sotto forma di favole e poesie il tema dell’affidamento, spiegato in maniera semplice, ma molto ricca: sono esplorati tutti gli aspetti di questa esperienza, da quelli positivi a quelli più difficoltosi e impegnativi da affrontare. Lo scopo è quello di mettere in luce ogni sfaccettatura e invitare alla riflessione, al chiarimento e al dialogo. La forma della favola è particolarmente indicata per un pubblico di bambinima il libro può essere molto stimolante anche all’occhio di un adulto, capace di cogliere sotto il rivestimento giocoso del testo tematiche profonde. L’affidamento produce un miglioramento in una situazione di vita difficoltosa, per cui si crea una sorta di alleanza tra la famiglia di origine e quella ospitante, che, unendo le loro forze, creano un contesto positivo e di arricchimento reciproco. Tramite lo scambio di idee, pensiero, culture, l’individuo crea un bagaglio di nuove conoscenze ed esperienze che lo completano, come viene spiegato nella favola “Formi e Ca: Formi-ca, due famiglie molto unite”, dove si gioca sull’unione dei due cognomi delle famiglie, che compongono la parola “formica”.

In “Elvira, finalmente!” è narrata la gioia di poter stringere nuove amicizie tra bambini e di poter condividere tempo, giochi, spazi, e persino le premure un po’ seccanti della “nuova famiglia”. Si insiste molto sul concetto di fiduciaun “fidarsi” che diventa “affidarsi”, evidenziato nelle storie della tartaruga e del camaleonte, dell’apprendista gnomo, e messo in rima nella poesia “Di te mi fido”. Il tema del rispetto delle proprie emozioni, punto nevralgico per la buona riuscita di un’esperienza di affidamento, è sviluppato con precisione e compiutezza in diverse favole: si propone un elenco delle emozioni possibili che si possono sperimentare in una simile situazione, tra cui l’incertezza, la preoccupazione, il dubbio, con lo scopo di insegnare ai bambini l’importanza di rispettare il modo in cui si sentono e di esprimerlo con le figure di riferimento. “Capitani paurosi” mette in evidenza come la paura sia un’emozione del tutto comprensibile e quasi inevitabile in questa situazione, ma che può essere affrontata e dissipata con l’aiuto fornito dai servizi di assistenza. Proprio alla struttura dei servizi sociali è dedicata la favola dei delfini, dove si introducono le figure dell’assistente sociale e dello psicologo, suggerendole al bambino come figure positive su cui possono contare in ogni momento. La favola “12 case, tanti pianeti” presenta in maniera giocosa la vita alternata tra diverse case, permettendo di focalizzarsi sugli aspetti positivi della situazione.

L’autrice dei testiAgnese Bizzarri, vincitrice del premio TOYP (The Outstanding Young Persons) per giovani talentuosi, si occupa di numerosi progetti per l’educazione e la cultura, e trasferisce tutte le proprie conoscenze pedagogiche con sapienza sulla carta, a partire dalla scelta della forma della favola: l’affidamento viene in questo modo presentato in maniera giocosa e leggera, con lo scopo di diminuire l’impatto di un così grande cambiamento. Tramite la conoscenza dei suoi aspetti, può essere vissuto in maniera emotivamente consapevole e serena. La scrittura vivace e accattivante stimola l’attenzione dei bambini e, nella sua semplicità, riesce a richiamare l’attenzione degli adulti che riescono a scorgere, al di sotto del velo della favola, la ricchezza dei contenuti soggiacenti. Il libro aiuta a porsi interrogativi ed esorta a esprimerli, a creare un dialogo tra le figure coinvolte nel progetto con l’assistenza sociale, per viverlo al meglio.

Le favole sono correlate dai disegni di Margherita Braga, illustratrice, pittrice e creatrice di oggetti, che con la scelta di ricalcare lo stile dei bambini nelle illustrazioni, permette a questi stessi di identificarsi e constatare che la stessa esperienza che si accingono a vivere non sia unica nella sua eccezionalità, ma condivisa da numerosi coetanei. Non sentirsi soli è essenziale, in modo che un bambino possa porsi la domanda: “se ce la fanno tanti altri bambini, perché non io?”.


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Evento – “Trilogia SCUM” @ La libreria delle donne, Bologna


Bologna, 7 aprile 2018, ore 18.


– VandA.ePublishing e Morellini Editore presentano Sabato 7 aprile, ore 18, Trilogia SCUM di Valerie Solanas. 

Interviene Deborah Ardilli, una delle curatrici.

Nel corso della presentazione, per gentile concessione di Francesco Urbano Ragazzi e © Archivio Chiara Fumai, proiezione dell’opera video:
Chiara Fumai legge Valerie Solanas

Introduce Chiara Pergola, artista, attivista, femminista.

Vi aspettiamo alla Libreria delle Donne, in via San Felice, 16/A, Bologna.


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A lezione di dialogo


di Benedetta Verrini (Io donna, 24 marzo 2018)


– C’è la signora Attesa che viaggia da sempre, con adulti e bambini. C’è l’Airone Cinerino che, non certo per vantarsi, ma di migrazioni se ne intende.

C’è la signora Attesa che viaggia da sempre, con adulti e bambini. C’è l’Airone Cinerino che, non certo per vantarsi, ma di migrazioni se ne intende. C’è la Pace, che è andata dallo psicoanalista perché nessuno le dava più fiducia, e allora si è sentita sola e triste. Sono i personaggi dei racconti di Io abito, sono abitato di Agnese Bizzarri (ed. VandA.ePublishing […]), un piccolo libro per raccontare ai bambini che il “diverso” è solo “diversamente familiare”, come scrive nella prefazione l’ambasciatore Roberto Toscano, autore di saggi sulla pace e presidente della fondazione Intercultura.

Secondo gli Open Data del Miur (ministero dell’Istruzione e ricerca) oggi il 10,8% dei bambini della scuola primaria non ha la cittadinanza italiana, con percentuali più elevate nelle regioni settentrionali (nel Nord Ovest la media è del 39,4%). La probabilità di avere un compagno di banco che arriva da lontano è alta. Ma come evitare che le differenze si trasformino in tensioni? Lettura e gioco favoriscono il dialogo.

«I bambini iniziano dai sei anni a elaborare le metafore e a sviluppare la capacità di “mettersi nei panni” degli altri» spiega Cecilia Pirrone, psicologa e psicoterapeuta della famiglia. Un’attitudine da “sfruttare”, per educare alla convivenza con “l’altro”.


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Evento – “La buona moneta” @ Bistrò 96, Milano


Milano, 19 marzo 2018, ore 18.30, aperitivo e libro a 15 €


– Vanda.ePublishing e Edizioni All Around presentano Lunedì 19 marzo, ore 18.30 La buona moneta di Pierangelo Dacrema

Una proposta per l’abbattimento dello stock del debito pubblico italiano e il contestuale rilancio dell’economia nazionale. Il tema più dibattuto e nevralgico di questa campagna elettorale!

Con: Pierangelo Dacrema

Intervengono:

Renato Mannheimer (sociologo, sondaggista)

Fausta Chiesa (Corriere della Sera)

Vi aspettiamo al Bistrò 96 in Corso Magenta 96, aperitivo e libro a 15 €!


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Valerie Solanas. Triologia SCUM., Stefania Arcara, Deborah Ardilli (a cura di), Tutti gli scritti, Morellini, Milano 2018


di Sara Pierallini, (IAPhItalia, 13 marzo 2018)


– Non c’è ragione umana che deponga a favore del denaro o del fatto che qualcuno lavori, al massimo, più di due o tre ore a settimana. Tutti i lavori non creativi (praticamente tutti quelli che vengono svolti oggi) avrebbero potuto essere automatizzati molto tempo fa, e in una società senza denaro ognuna potrebbe avere il meglio di tutto ciò che desidera. (p. 67).

 

Non c’è ragione umana che deponga a favore del denaro o del fatto che qualcuno lavori, al massimo, più di due o tre ore a settimana. Tutti i lavori non creativi (praticamente tutti quelli che vengono svolti oggi) avrebbero potuto essere automatizzati molto tempo fa, e in una società senza denaro ognuna potrebbe avere il meglio di tutto ciò che desidera. (p. 67).

Inizio con questa citazione perché Valerie Solanas, odiata, malfamata, psichiatrizzata, isterizzata, animalizzata, derubata, mendicante, prostituta, Femminista, Lesbica, era una sognatrice, una visionaria che lottava nella vita e per la vita senza mai voler essere vittima. Nessuna/o l’ha resa mai tale, perché temibile nemica della normalizzazione dei corpi e dell’etero-patriarcato e perché instancabile attivista senza collettivo.

Il libro è una raccolta dei testi di questa autrice con l’essenziale contributo delle due traduttrici le quali, in modo appassionato e appassionante, ti sommergono nel mondo Sporco (SCUM) di Solanas. Sapere chi è questa donna è importante perché aiuta a comprendere meglio le fatiche delle sue ribellioni e a mettere in luce ciò che di lei è sempre stato celato. Vissuta sempre ai margini per tutta una vita e morta in modo che solo la feccia, come direbbe lei, potrebbe morire, divenne famosa per aver sparato a Andy Warhol. Derubata dei suoi scritti, censurata, venne riscoperta più tardi dal mondo, grazie anche all’aiuto di collettivi femministi e libertari, che hanno custodito e divulgato su canali alternativi le sue opere.

Partendo da Manifesto SCUM (ovvero manifesto feccia) l’autrice invoca un’unione delle donne e di tutti quegli uomini che non corrispondono al maschio, inteso come costruzione socio-economico-culturale del genere dominante e vede in loro una possibile alleanza, purché diretta verso quegli “esemplari” che, quindi, performano generi altri (p. 97) auspicando all’eliminazione dei propri privilegi. Questi biomaschi potranno far parte dell’Ausiliare maschile SCUM. L’unione dei generi non maschili sarà determinante per creare una società equa, in cui verrà rovesciato il governo, eliminato il sistema monetario, istituita l’automazione completa e distrutto il sesso maschile (p. 63). Quest’ultimo punto Solanas lo vede come inevitabile, anticipando teorie come quella dell’ectogenesi, grazie alla quale la riproduzione biologica diventerà inutile, in quanto faticosa. A questo punto il sesso maschile sarà superato, poiché la mascolinità crea individui che si impegnano in “attività tradizionalmente venerate come le guerre classiche e i tumulti razziali” ed essendo attività distruttive e orribili, sostenute insieme dal denaro e dalla morale, porteranno all’autodistruzione della specie. L’autrice vede la salvezza solo nel genere femminile e nell’eliminazione inevitabile del sistema binario eteronormato raggiunto grazie alla sovversione dei e dai margini della società, dalla feccia (SCUM).

Il secondo testo che troviamo In culo a te, è un testo teatrale che non fu mai portato in scena fino agli anni 2000 a San Francisco, dove fu diretto da George Coates, il quale ebbe molte difficoltà nel trovare un produttore, nonostante ricevesse abitualmente finanziamenti per i suoi spettacoli.  Anche da morta, Valerie Solanas porta con sé il pericolo della parola di quell’arte che sovverte la norma e fa paura perché spezza con il pensiero dominante. Solanas mette in scena molte situazioni scomode, all’epoca ripugnanti per la morale borghese. Individua e critica quelle donne che si asservono al maschio naturalizzandosi come brave mogli e madri, felici di riprodurre la forza lavoro, quindi l’uomo. Nel testo teatrale, Ginger è il personaggio che corrisponde a questa figura, donna colta, apparentemente libera che dice di non essere come le altre donne, di essere speciale e in questo traspare un po’ di misoginia. Solanas rende questa donna comica e passiva, incapace di osservare il mondo intorno a lei e la affianca a una femminista di nome Bongi, volgare, prostituta e lesbica che vive per strada e che, al contrario, sembra riuscire non solo a ottenere ciò che vuole, ma anche ad avere una reale visione di ciò che la circonda e in questo trovare una sorta di libertà.

Russel: Maledetta mostruosità asessuata! Tu non hai nemmeno idea di cosa sia una femmina!

Bongi: Al contrario. Sono talmente femmina da essere sovversiva (p. 147).

Infine, l’ultimo testo con cui si conclude la trilogia è Come conquistare la classe agiata. Prontuario per fanciulle. Ancora una volta la protagonista è una donna che viene dai margini, una che sceglie di fare questa vita, una che vuole lottare per cambiare le sorti del mondo e che nel farlo, lo fa anche con ironia.  Solanas descrive la strada, dove ha sempre vissuto, descrive coloro che la frequentano, che la abitano e coloro, che invece, sono solo di passaggio. Descrive, in qualche modo, la sua vita.

Le sue opere la riguardano al punto che scoprendo di lei, leggendo la sua biografia, si ha l’impressione di vederla nelle vesti di Ginger o della mendicante che sovverte i luoghi di lavoro:

[…] il mio contributo alla causa socialista mantenendomi fuori dal mercato occupazionale. Ma prima, un po’ di esproprio proletario al 5 & 10, giacché è di strada. Entro domandandomi come posso contribuire, in quanto donna, alla crescita del mio paese: col taccheggio (p. 174).

Valerie Solanas ha passato la sua vita osando e sfidando. Psichiatrizzata e rinchiusa molte volte, sia in ospedali che in prigione, non si è mai arresa. Ha sparato a Warhol? Non è importante perché lei non è quello sparo che rivendica insieme ad altri movimenti. Lei è la femminista lesbica che ha deciso di vivere liberamente in un mondo dove non le è stato permesso mai di esprimersi sessualmente, artisticamente e politicamente. Lei si è espressa comunque.

Nel 1977 riuscì a riconquistare il suo scritto Manifesto SCUM da coloro che lo avevano manipolato e cambiato, pubblicandone una versione corretta grazie alla rivista femminista Majority Report.

Solanas muore il 25 aprile del 1988 nella stanza 420 del Bristol Hotel, dove venne ritrovato il suo corpo ricoperto di vermi. Con sé la sua macchina da scrivere che sempre si è trascinata dietro anche in situazioni di miseria.

Qui sotto troverete alcuni link che rimandano a tributi, scritture e opere ispirate a Valerie Solanas. Per una bibliografia esaustiva dell’autrice consiglio di consultare il libro.

1970 – To Valerie Solanas and Marilyn Monroe, In Recognition of Their Desperation

Traccia musicale di Pauline Oliveros

1971 – Hymn to Valerie Solanas, traccia dell’album Pieces of Me. Traccia musicale di Linda Hoyle

1976 – Scum. Traccia musicale di Area (con Demetrio Stratos)

S.C.U.M., cortometraggio della regista Carole Roussopoulos

1994 – Of Walking Abortion, Traccia musicale di Manic Street Preachers,

2003 – Il collettivo spagnolo La Eskalera Karakola apre il saggio Prologue. Positions, Situations, Short-circuits, con un adattamento dell’incipit di SCUM Manifesto che sostituisce la parola «queer» a «donne». (pdf)

2006 – Tract for Valerie Solanas. Traccia musicale di Matmos.

2012-2014 – Chiara Fumai reads Valerie Solanas, video.

The show which is also falsely called Breaks, performance, Chiara Fumai.


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Dacrema: la buona moneta locale che può aiutare il rilancio dell’economia


di Anna Anselmi (La Libertà, 5 marzo 2018)


– L’economista piacentino ha presentato il suo ultimo libro con Renato Mannheimer.

Come risollevare le sorti economiche di un’altra Italia chiamata a far fronte a un debito pubblico di proporzioni ormai abnormi e a rispettare i vincoli sottoscritti con l’adesione al patto del Fiscal compact, «sorta di manifesto della plastica dell’austerità»? Per aiutare il Paese a uscire dall’impasse, l’economista piacentino Pierangelo Dacrema, docente all’Università della Calabria, suggerisce alcune riflessioni e una conseguente proposta nelle pagine del libro “La buona moneta“, pubblicato da All Around, anche in ebook in coedizione da VandA.ePublishing. Il volume è stato presentato alla libreria internazionale Romagnosi, in via Romagnosi, dallo stesso autore e dal sociologo e sondaggista RenatoMannheimer, in un incontro introdotto dal giornalista Robert Gionelli. Scritto con un taglio rivolto anche ai non addetti ai lavori, “La buona moneta” sintetizza temi chiave con lo sguardo rivolto sia all’attualità, accennando all’orgomento dello criptovalute, come il bitcoin, nonchè passando al vaglio recenti misure avanzate dai vari schieramenti politici, per esempio a proposito dell’emissione di titoli di Stato di piccolissimo taglio o del reddito di inclusione per aiutare i meno abbienti, ma soprattutto non dimentica la lezione della storia, guardando alle risposte fornite a situazioni di gravi crisi negli Stati Uniti del New Deal rooseveltiano e nella Germania degli anni ’30 del secolo scorso, quando in un triennio, dal 1933 al 1936, «un Paese sull’orlo del baratro riuscì a conquistare un ragguardevole livello di benessere in virtù di una politica monetaria espansiva nel quadro di una politica economica orientata allo sviluppo», nonostante gli eccezionali risultati raggiunti siano poi stati utilizzati per una corsa al riarmo sfociata nella tragedia della seconda guerra mondiale (e il geniale ministro dell’economia Hjalmar Schacht, ebreo, in dissenso con Hitler dal 1938, sia stato tra gli imputati al processo di Norimberga). La soluzione esposta da Dacrema, che si pone in un’ottica comunque europeista («l’euro e l’Europa sono un valore. Credo nelle unificazioni, non nelle frammentazioni. Le esclusioni, le separazioni e le barriere hanno sempre creato problemi»), va nella direzione della «conversione dei titoli di debito pubblico in moneta corrente a corso forzoso in Italia», in circolazione parallela con quella sovranazionale, per ottenere – spiega Dacrema – da un parte il rilancio dell’economia a partire da un incremento della domanda globale, dall’altro un drastico abbattimento del debito. L’economista ipotizza i possibili scenari determinati dalla’rrivo della nuova moneta locale e immagina una serie di obiezioni, difendendo comunque la sua «proposta forte», scaturita da una «doverosa presa d’atto» di circostanze che non si possono sottovalutare.


 

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Eventi – “Nonostante il velo” @Circolo Via d’Acqua, Pavia


Pavia, 7 marzo 2018, ore 21 (ingresso con tessera ARCI)


Il Circolo Via d’Acqua di Pavia (viale Bligny, 83) dà inizio alla Settimana delle Donne con Michela Fontana, che mercoledì 7 marzo a partire dalle ore 21 presenterà il suo libro Nonostante il velo.

In Arabia Saudita, il paese più opaco del mondo arabo, le donne sono confinate nel ruolo disegnato dalla Sharia e dipendono a vita da un guardiano. Fino ad oggi non potevano nemmeno guidare l’automobile. Ma le cose stanno cambiando. La guida sarà permessa e anche la segregazione di genere si sta gradatamente allentando. Intanto le più giovani attiviste cominciano a contestare la figura del guardiano che, in qualità di loro tutore legale, ha su di loro potere assoluto.
Michela Fontana, ha vissuto e lavorato e due anni e mezzo a Riad, durante i quali ha esplorato dall’interno la società saudita, incontrando attiviste, donne d’affari, studentesse, giovani professioniste, islamiste radicali, scrittrici, semplici mogli e madri, che le hanno svelato la forza del mondo femminile portatore di forti istanze di rinnovamento sociale e le hanno rivelato i primi segnali del lento cambiamento in corso. Il suo libro Nonostante il velo mette in luce i paradossi e le ambiguità del paese che ha ispirato alcuni dei più pericolosi movimenti fondamentalisti cercando una chiave di lettura per interpretare un mondo islamico che ancora fatichiamo a comprendere

Michela Fontana, giornalista e scrittrice milanese, ha vissuto molti anni in USA Canada Svizzera, Cina, Arabia Saudita. Tra i suoi libri: Matteo Ricci. Un gesuita alla corte dei Ming (Mondadori, 2005) tradotto in inglese francese e spagnolo, vincitore nel 2010 del Grand Prix de la biographie politique; Cina. La mia vita a Pechino (Le Mani, 2010).


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Venezia, città dell’amore


di Valentina Cesarino (Lo sbuffo, 28 febbraio 2018)


– Venezia, con i suoi scorci suggestivi, i canali che si annodano gli uni agli altri, tra gli importanti palazzi – che sembrano ergersi spontaneamente dal mare – e le sue gondole, sembrerebbe il luogo più adatto per una romantica storia d’amore.

 

Venezia, con i suoi scorci suggestivi, i canali che si annodano gli uni agli altri, tra gli importanti palazzi – che sembrano ergersi spontaneamente dal mare – e le sue gondole, sembrerebbe il luogo più adatto per una romantica storia d’amore.

È effettivamente qui che Alessandro Marzo Magno decide di ambientare la vicende che popolano il suo libro, “Venezia degli amanti”; storie che non ha inventato, bensì trascritto, ricamandole sulle pagine con uno stile proprio.

Tutte le avventure amorose – di questo si tratta – che l’autore ha voluto farci conoscere, sono state in parte romanzate, ma, più che altro, riportate e rielaborate in modo documentaristico, sotto forma di cronaca. Abbondano date precise, citazioni da autori che dell’argomento hanno trattato, lettere.

In più di trecento pagine Alessandro Marzo Magno riporta, senza tralasciare il dettaglio, le storie d’amore di cui sono cadute vittime notissime coppie di tutti i tempi: da Bianca Cappello, sposa di Francesco I De Medici, allo spregiudicato Giacomo Casanova (forse non è nota a tutti la timidezza che lo caratterizzava negli anni giovanili); da Lord Byron, noto poeta inglese, che sembra aver conquistato il cuore di più di duecento – chi l’avrebbe mai detto? – veneziane, di svariata età, nonché estrazione sociale, a Ugo Foscolo, Gabriele d’Annunzio e la sua bella Eleonora Duse. Sono protagonisti perfino Hemingway, che sembra essere riuscito a conquistare il cuore di una ragazza di soli diciannove anni, dunque, molto più giovane di lui, già maturo, e Julia Roberts.

Alessandro Marzo Magno, dunque, non risparmia pettegolezzi proprio su nessuno.

L’esattezza e l’attenzione che l’autore rincorre e cattura nello scrivere queste righe è, forse, ciò che colpisce maggiormente il lettore. Chi tiene in mano il libro ha l’impressione di leggere più un saggio che un romanzo, saggio in cui Marzo Magno si sofferma anche sul particolare più scabroso, in un modo, però, mai apertamente volgare.

Alcune storie sono ormai entrate nel sostrato mitico e leggendario che noi tutti possediamo, altre, invece, vengono riportate alla luce, riscoperte, da questo autore-indagatore.

Per coloro che amano il romanticismo, la storia, il fascino dell’antica e sempre mozzafiato Venezia, e, si può ammettere, il pettegolezzo, “Venezia degli amanti” (edito per VandA ePublishing, Milano 2015) è, probabilmente, il libro perfetto, che può portare a conoscere un autore poco noto, che riguardo a Venezia non si è limitato a scrivere un’opera sola.

Alessandro Marzo Magno conduce il lettore a braccetto tra sontuosi e vecchi palazzi, incontri notturni, attese e sospiri diurni, scorci di un luogo incantato che ha rappresentato il bocciolo di un grande amore non solo nel passato, ma anche in tempi più recenti, fino ai giorni nostri.
Il fascino di Venezia non risparmia proprio nessuno: nemmeno un poeta inglese o uno scrittore e un’attrice arrivati da oltreoceano.

Alessandro Marzo Magno, scrittore, giornalista e storico italiano, riversa in quest’opera due delle sue più grandi passioni, la letteratura e la storia, ed è ciò che con più forza trasmette al lettore.