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I corpi consumabili dell’oppressione – L’intervista a Carol J. Adams su «Il Manifesto»

In un momento in cui il pensiero femminista sembra acquistare crescente visibilità nel panorama editoriale italiano, che rende finalmente – talvolta nuovamente – disponibili autrici come Donna Haraway, Monique Wittig, Valerie Solanas, non poteva mancare all’appello Carol Adams con Carne da macello. La politica sessuale della carne (comparso per la prima volta nel 1989 con il titolo di The Sexual Politics of Meat), per i tipi di VandA (pp. 360, euro 18, traduzione di Matteo Andreozzi e Annalisa Zabonati, postfazione di Barbara Balsamo e Silvia Molè). Testo chiave dell’ecofemminismo statunitense e dell’antispecismo militante, il libro propone una critica del carnivorismo patriarcale con l’obbiettivo non soltanto di fornire un quadro dell’oppressione della vita animale, ma soprattutto di mettere in atto nuove pratiche di cura. Allieva di Mary Daly, teologa e femminista radicale autrice di Gyn/Ecology (1978), e per numerosi anni prima di dedicarsi alla scrittura attiva nelle lotte per il diritto alla casa e contro la violenza domestica, nel libro Adams ribadisce che creare alleanze significa innanzitutto lavorare trasversalmente, senza separare umani e non umani, e scardinando le gerarchie che discriminano i viventi e legittimano la subordinazione di alcuni e il privilegio di altri. Il libro, che discute i «testi della carne» nelle diverse tradizioni, pratiche e relazioni sociali della cultura occidentale, e nelle sue espressioni verbali e visuali, insiste sull’interdipendenza fra la violenza simbolica e materiale esercitata sui corpi umani animalizzati e quella inflitta ai corpi degli animali non umani, le cui implicazioni vanno oltre la dimensione di genere: referenti assenti sono tutti quei corpi smembrati, macellati, stuprati, oggettivati che diventano, pertanto, consumabili. In occasione della pubblicazione di Carne da macello (presentato in anteprima a Roma nell’ambito di «Feminism» il 5 marzo alle ore 17 in sala 2 Caminetto con Barbara Balsamo, Silvia Molè e Flavia Fechete) abbiamo intervistato Carol Adams.

(continua a leggere scaricando il pdf)

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Giornata Internazionale delle Donne: -25% su tutto il catalogo VanderWomen

VandA Edizioni festeggia alla grande la Giornata Internazionale delle Donne dell’8 marzo promuovendo tutto il catalogo VanderWomen al 25% di sconto!

Istituita per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche, le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo, questa Giornata Internazionale invita a riflettere e a lottare per conquistare una giusta parità di genere.

In questo senso, la nostra collana VanderWomen vuole consolidare la conoscenza e l’informazione sull’“altrove” politico e culturale della società femminile (matriarcato, ecofemminismo, antispecismo ecc.).

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La carne un simbolo e una celebrazione del dominio maschile? Brano da leggere

Carne da macello”, Carol J. Adams 

Edito per la prima volta nel 1990 il testo di Carol J. Adams è ancora attuale per chi voglia confrontarsi con i temi di femminismo, veganismo e antispecismo.

In “Carne da macello” l’autrice collega ed esplora le molteplici forme di oppressione che si fondano su sesso, razza e specie. Secondo Adams riconoscere che il consumo di carne è per gli animali non umani ciò che il razzismo è per la popolazione nera e il sessismo per le donne significa comprendere che queste forme di oppressione sono interconnesse e sono l’espressione di un sistema che vede sia le donne che gli animali in una posizione gerarchica inferiore rispetto all’uomo. 

Leggi l’estratto… 

“Cos’è che rende la carne un simbolo e una celebrazione del dominio maschile? Per molti aspetti, l’ineguaglianza di genere è integrata all’ineguaglianza di specie che proclama il mangiar carne, perché per la maggior parte delle culture la carne è procurata dagli uomini. La carne era una derrata con valore economico e coloro che la controllavano acquisivano potere. Se gli uomini erano cacciatori, allora il controllo di questa risorsa economica era nelle loro mani. Nelle società non tecnologiche lo status delle donne è inversamente correlato all’importanza della carne: L’equazione è semplice: più la carne è importante nelle loro vite, maggiore è la volontà di dominio degli uomini […] Quando la carne diventa un elemento importante in un sistema organizzato in modo prettamente economico, per cui viene distribuita sulla base dei ruoli, gli uomini iniziano a manovrare le leve del potere […] La posizione sociale delle donne si avvicina a quella degli uomini solo quando la società non è strutturata in ruoli per la distribuzione della carne. 

Peggy Sanday raccolse informazioni su oltre cento culture non tecnologiche e trovò una correlazione tra le economie basate sui vegetali e il potere delle donne, e le economie basate sugli animali e il potere degli uomini: «Nelle società dipendenti dagli animali, raramente le donne sono descritte come la fondamentale fonte di potere creativo». Inoltre, «quando si caccia un grande numero di animali i padri sono lontani, cioè non sono in costante o regolare contatto con i figli». Le caratteristiche dell’economia dipendono principalmente dal trattamento degli animali a fini alimentari, che comprendono: 

  • la segregazione sessuale del lavoro, in cui le donne lavorano di più ma sono meno retribuite; 
  • la responsabilità della cura dei figli a carico delle donne;
  • il culto di divinità maschili;
  •  la patrilinearità. 

Dall’altro lato, le economie basate sui vegetali sono molto più egualitarie, e ciò perché le donne erano raccoglitrici di alimenti vegetali e per tale tipo di economia queste risorse sono incalcolabili. In queste culture gli uomini, al pari delle donne, erano dipendenti dalle attività femminili, ragione per cui le donne raggiungevano un alto livello di autonomia e autosufficienza. Inoltre, dove le donne raccolgono i vegetali e la dieta è vegetariana, le donne non discriminano nel distribuire l’essenziale. Provvedendo a una gran parte delle proteine alimentari per la società, le donne guadagnano un ruolo sociale ed economico essenziale senza abusarne.”

Ti è piaciuto l’estratto? A Feminism” la fiera dell’editoria delle donne, che si svolgerà dal 5 all’8 marzo 2020 a Roma presso la Casa Internazionale delle Donne, in via della Lungara 19 si terrà un incontro per presentare questo saggio.

Giovedì 5 marzo alle 17.00 in sala 2 Barbara Balsamo, attivista femminista antispecista, redattrice della rivista “Animal Studies” e “Asinus Novus”, insieme a Silvia Molè, attivista antispecista, blogger di Fallacielogiche.it e insieme a Flavia Fechete, attivista ecofemminista-antispecista e studiosa di Carol J. Adams presenteranno: “Carne da macello”.

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Katia, la storia di chi ha avuto il coraggio di raccontare

Fai la brava. Se il mostro delle favole è mio padre

Ai bambini si dice che l’Uomo Nero non esiste. E poi si aggiunge che se ci fosse sarebbe là fuori, nelle strade. Per questo ci hanno insegnato fin da piccole a non dare confidenza agli sconosciuti…

Ma cosa accade quando l’Uomo Nero ha il volto di tuo padre? Quando il pericolo non è in un indefinito “là fuori” ma all’interno delle mura domestiche?

Questa è la storia di Katia, qui di seguito un brano

“In quell’anno, quello dei miei undici anni, mi sono venute le mestruazioni: ero diventata “signorina”. Mia madre mi aveva preparato tempo prima e una mattina mi sono svegliata con la sorpresa nelle mutandine. Ho chiamato la nonna che, senza tanti fronzoli o cerimonie, mi ha detto di mettermi l’assorbente e che ero diventata signorina. Quest’estate mia figlia ha avuto le sue prime mestruazioni e mi sono commossa quando me lo ha detto e l’ho abbracciata stretta stretta, perché in fondo resta sempre la mia cucciola, anche se cresce e diventa donna, e abbiamo festeggiato! Con lei mi trovo a condividere emozioni fortissime, mi regala una seconda possibilità di provare le gioie e le emozioni che accompagnano lo sviluppo di una bambina che diventa ragazzina e poi donna. Tornando ai miei undici anni, lui non aspettava altro: l’arrivo delle mestruazioni era il via libera per andare fino in fondo. Da tempo – non ricordo con esattezza quando – i miei genitori avevano trovato una casa più grande, con una camera in più; era in un tipico centro storico ligure, in pietra, attaccata ad altre case. Dentro era molto spartana ma carina, anche se all’epoca non me ne importava nulla di queste cose. Ciò nonostante continuavo a stare dai nonni, solo qualche sabato sera andavo a dormire da loro. Una di quelle sere – che, va da sé, mia madre aveva scelto per uscire con le amiche – lui era tutto contento, mi disse che aveva preparato una cosa speciale. Mi si rizzarono i capelli solo al pensiero, avevo una tale angoscia dentro… Aveva comprato uno di quei ditali di gomma, quelli che si usano per coprire le ferite alle dita – ancora oggi, se ne vedo uno, sto male! Disse che ormai ero diventata grande ed era ora che diventassi una donna a tutti gli effetti. Avrei dovuto essere orgogliosa, sentirmi “speciale”, sicuramente sarei stata la prima della mia classe…”

Ti è piaciuto l’estratto? Vieni a conoscere l’autrice. La potrai incontrare a Feminism” la fiera dell’editoria delle donne, che si svolgerà dal 5 all’8 marzo 2020 a Roma presso la Casa Internazionale delle Donne, in via della Lungara 19. L’autrice, Katia M, insieme a Monica Lanfranco, giornalista e formatrice, presenterà il libro sabato 7 marzo alle 12.00 in sala 2.

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Evento – Carne da Macello. La politica sessuale della carne

VandA Edizioni anche quest’anno parteciperà alla Fiera dell’Editoria delle Donne Feminism che si terrà a Roma dal 5 all’8 marzo 2020.

La nostra partecipazione alla fiera inizierà con la presentazione di “Carne da Macello. La politica sessuale della carne” di Carol J. Adams, che si terrà giovedì 5 marzo alle ore 17:00 presso la Casa Internazionale delle Donne, Via della Lungara 19, in Sala 2 Caminetto.

Parleranno del libro le attiviste femministe antispeciste Barbara Balsamo, redattrice delle riviste “Asino novus” e Animal Studies”, Silvia Molé, blogger di fallacielogiche.it e Flavia Flechete, studiosa di Carol J. Adams.

Vi aspettiamo numerosi/e!

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Evento – Fai la brava. Se il mostro delle favole è mio padre

VandA Edizioni anche quest’anno parteciperà alla Fiera dell’Editoria delle Donne Feminism che si terrà a Roma dal 5 all’8 marzo 2020.

La nostra partecipazione alla fiera si concluderà con la presentazione di “Fai la brava. Se il mostro delle favole è mio padre” di Katia M., che si terrà sabato 7 marzo alle ore 12:00 presso la Casa Internazionale delle Donne, Via della Lungara 19, in Sala 2 Caminetto.

Parleranno con l’autrice, Monica Lanfranco, giornalista e formatrice, e Paola Tavella, giornalista, scrittrice e attivista femminista.

Vi aspettiamo numerosi/e!

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San Valentino VandA: tutto il catalogo al – 20%

VandA Edizioni quest’anno festeggia San Valentino promuovendo tutto il catalogo al 20% di sconto.

Contro gli stereotipi sessisti, regala libri, libri di libertà, libri sopra le righe, libri d’amore.

Amore romantico, amore totalizzante, amore erotico, amore di tutti i colori, amore senza fine. Scolpito sul rispetto e sul consenso.

Contro la valenza e la discriminazione, festeggiamo (e agiamo) il rispetto e il consenso!

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Salario domestico: il lavoro casalingo è un lavoro?

Portata all’attenzione da alcuni gruppi femministi negli anni ’70, la questione del valore economico del lavoro domestico, sempre sottovalutata e mai risolta, viene curiosamente risollevata negli ultimi mesi, negli Stati Uniti, da alcuni Democratici candidati alle presidenziali, che propongono un salario domestico per i genitori che rimangono a casa ad occuparsi dei figli.

Per saperne di più, date un’occhiata all’articolo “Stay-at-Home Parents Work Hard. Should They Be Paid?” di Claire Cain Miller, pubblicato lo scorso ottobre sul sito del New York Times.

Sulla spinosa questione del salario domestico, leggi in “Manifesti Femministi“:

Lo chiamano amore. Noi lo chiamiamo lavoro non pagato.
La chiamano frigidità. Noi la chiamiamo assenteismo.
Ogni volta che restiamo incinte contro la nostra volontà
è un incidente sul lavoro…
Omosessualità e eterosessualità sono entrambe condizioni di lavoro […]
ma l’omosessualità è il controllo degli operai

sulla produzione non la fine del lavoro.
Più sorrisi? Più soldi.
Niente sarà più efficace per distruggere le virtù di un sorriso.
Nevrosi, suicidi, desessualizzazione: malattie professionali della casalinga.

da “Salario contro il lavoro domestico” di Silvia Federici
in “Manifesti Femministi“, edito da VandA Edizioni

Si constata l’esistenza di due modi di produzione nella nostra società:
la maggior parte delle merci è prodotta in base al modo industriale;
i servizi domestici, l’allevamento dei figli e un certo numero di merci sono prodotte in base al modo familiare. Il primo modo di produzione dà luogo allo sfruttamento capitalista. Il secondo dà luogo allo sfruttamento familiare, o più esattamente patriarcale.

“Formalmente libera di lavorare fuori casa, la donna non lo è di fatto. Una parte della sua forza-lavoro resta appropriata, dato che lei deve “assumere i propri obblighi familiari”, cioè fornire gratuitamente il lavoro domestico e allevare i figli. Non solo il lavoro fuori casa non la dispensa dal lavoro domestico, ma esso non deve nuocere a quest’ultimo. La donna è dunque
soltanto libera di fornire un doppio lavoro in cambio di una certa indipendenza economica. La situazione della donna sposata che lavora mette bene in evidenza l’appropriazione statutaria della sua forza-lavoro. Infatti, la fornitura di lavoro domestico non è più giustificata dallo scambio economico a cui viene abusivamente assimilato il servaggio della donna
“a casa”: non si può più sostenere che il lavoro domestico venga effettuato in cambio del mantenimento, che il mantenimento sia l’equivalente del salario e che questo lavoro, quindi, sia pagato. Le donne che lavorano si
mantengono da sole e forniscono dunque il lavoro domestico in cambio di nulla. Inoltre, quando una coppia calcola quello che guadagna una donna che lavora “fuori”, deduce le spese di custodia dei figli, gli oneri aggiuntivi ecc. soltanto dal salario della donna invece di sottrarre queste spese dall’insieme dei redditi della coppia. Ciò dimostra che:
1) si ritiene che tali consumi dovrebbero essere gratuiti, al contrario di consumi come l’alloggio, i trasporti ecc. che non vengono a propria volta dedotti dai guadagni;
2) si ritiene anche che tali consumi dovrebbero essere prodotti esclusivamente dalla donna: una parte del suo salario è considerata come nulla, poiché serve a pagare ciò che lei avrebbe dovuto fare gratuitamente. Alla fine di questo calcolo, generalmente si scopre che la donna non guadagna “quasi niente”. In Francia, secondo il censimento del 1968, il 37,8% delle donne sposate lavora fuori casa (Rouxin 1970).”

da “Il Nemico Principale” di Christine Delphy
in “Manifesti Femministi“, edito da VandA Edizioni

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Il teatro sposa la politica delle donne – Recensione di “Donne che attraversano la scena teatrale”

Nell’ultimo numero della rivista Leggere Donna è uscita una bella recensione del nostro libro “Donne che attraversano la scena teatrale” di Donatella Massara, firmata da Serena Fuart.

Donne che attraversano la scena teatrale” è un sette pièce di Donatella Massara, andate in scena in questi anni con la compagnia teatrale Donne di parola. Un teatro dove prende corpo ora la storia delle donne ora la parola, la politica e l’ironia femminista. Le biografie e l’opera di artiste e scrittrici hanno ispirato la sua drammaturgia, maturata con la passione per la differenza sessuale. L’autrice diventa così una cantora che raccoglie vite ed esperienze del nostro tempo.

Di seguito alcuni estratti della recensione.

“Il libro unisce la passione artistica dell’autrice alla sua pluriennale esperienza politica nel movimento femminista della differenza sessuale. Ne esce un testo che scardina i tradizionali punti di vista della storia e dell’arte per farne una rilettura originale in chiave femminista. In questo libro l’arte teatrale sposa la politica delle donne nel senso che, attraverso l’arte scenica, l’autrice fa anche politica femminista: il libro è, principalmente ma non solo, un viaggio di donne, donne in relazione tra loro, che attraverso i testi teatrali, scritti da Donatella Massara e fedelmente riportati, ci portano dentro la vita e la storia di grandi protagoniste.”

“Un altro aspetto politico del libro è certamente quindi il cambio di prospettiva con cui si legge la realtà: nella cultura mainstream le donne che si sono distinte per aver disatteso i classici ruoli di mogli e madri vengono spesso etichettate come pazze, malate o, nella migliore delle ipotesi si descrive il loro successo in quanto mogli o parenti di qualche uomo illustre. Donatella dà alle protagoniste il ruolo di soggetti attivi, con una loro storia e una loro prospettiva esistenziale.”

“Si tratta insomma di un libro che presenta più piani, più livelli: storico, politico, emotivo. Inoltre la scrittura di Donatella, raffinata ed elegante, ci conduce per mano dentro vite, storie, vissuti, emozioni, arte e cultura. Ci fa gustare delicatamente ogni dettaglio culturale e riferimento politico della differenza sessuale. Un libro che mentre si legge, trasforma, perché, si sa, quando c’è una pluralità di punti di vista avviene il cambiamento dentro e fuori di noi.”

Per la recensione completa vi invitiamo a seguire il seguente link e a scaricare la rivista in formato pdf: https://www.leggeredonna.it/2019/11/03/leggere-donna-n-185/

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Presentazione Ci sei laFeltrinelli di Catania

VandA è lieta di invitarvi alla presentazione del libro “Ci sei” di Anna Maria Briga che si terrà alla libreria laFeltrinelli di Catania, in via Etnea 283/285/287, il giorno martedì 21 gennaio 2020 dalle ore 18:00.

Parlerà del libro con l’autrice la scrittrice Chiara Aurora Giunta, con le letture di Grazia Previtera.

Ci sei” è una raccolta di pensieri di una nonna che aspetta l’arrivo del suo nipotino. Ci avevate mai pensato che anche le nonne sono “in attesa”?

Soprattutto quando la futura madre è la figlia femmina! Una sorta di simbiosi scatta con la propria figlia, che a sua volta genererà un/a erede che continuerà la storia della famiglia e del mondo.
Un teatro di emozioni e sentimenti si schiude alla “grande notizia” per la giovane nonna e il cuore è un fiume in piena. Quante cose da dire allo sconosciuto in arrivo, quante cose da spiegare, quante da svelare, che mondo ricco ha davanti!
Un piccolo libro, un grande dono per il nascituro: una lieve annotazione quotidiana delle emozioni, le gioie, le paure che hanno accompagnato la sua gestazione e la sua nascita! Commovente e autentico, impreziosito da sognanti illustrazioni d’autore.

Vi aspettiamo numerosi alla presentazione!

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Presentazione Innamorate laFeltrinelli di Catania

VandA è lieta di invitarvi alla presentazione del libro “Innamorate” di Chiara Aurora Giunta che si terrà alla libreria laFeltrinelli di Catania, in via Etnea 283/285/287, il giorno lunedì 20 gennaio 2020 dalle ore 18:00.

Parlerà del libro con l’autrice il giornalista Piero Isgrò, con le letture di Francesca Fichera e con l’accompagnamento della musica dal vivo di Sabina Caruso.

“Innamorate” è un romanzo che parla dell’amore tra Francesca e Gaetana, due ragazze che s’incontrano per caso e tra cui scoppia una passione travolgente. Un sentimento fuori dalle regole che coinvolge la loro vita e quella di chi le ama. Una storia moderna, uno spaccato della società che muta, la nascita di una famiglia non tradizionale. Tra menzogne e verità celate, emerge la storia segreta delle loro famiglie d’origine. In un gioco di specchi, le passioni di ieri e di domani si confrontano. Nulla e nessuno si salva, se non la speranza di un avvenire in cui i sentimenti e la tolleranza troveranno spazio.

Potete acquistarlo a questo link: https://www.vandaepublishing.com/prodotto/innamorate-edizione-cartacea/

Vi aspettiamo numerosi alla presentazione!

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La protesta delle femministe cilene fa il giro del mondo e arriva in Italia

Corpi schierati, una fascia nera sugli occhi e un battito di tamburi che guida i movimenti. Così centinaia di donne partecipano al flash mob contro la violenza di genere iniziato in Cile dove cinque donne del collettivo femminista Lastesis, ispirate dal lavoro della antropologa Rita Segato, hanno composto El violador eres tu, un inno contro la violenza sulle donne, il sessismo e gli stupri.

Sotto accusa sono le istituzioni della polizia e della magistratura. Il testo parla chiaro: sono le strutture del potere che devono cambiare. La violenza sessuale non è un problema morale ma politico e queste donne, stanche di essere relegate ai ruoli passivi di vittime, hanno trovato le parole per dirlo. “Lo stupratore sei tu”, gridano “la colpa non era mia, né di dove mi trovavo né di come ero vestita”. “Lo stupratore sei tu. Sono i poliziotti, i giudici, lo Stato, il Presidente”.

Vittoria Gravina

El patriarcado es un juez, que nos juzga por nacer y nuestro castigo es la violencia que no ves.
El patriarcado es un juez, que nos juzga por nacer y nuestro castigo es la violencia que ya ves.
Es feminicidio Impunidad para el asesino Es la desaparición Es la violación
Y la culpa no era mía, ni dónde estaba, ni cómo vestía
Y la culpa no era mía, ni dónde estaba, ni cómo vestía
Y la culpa no era mía, ni dónde estaba, ni cómo vestía
Y la culpa no era mía, ni dónde estaba , ni cómo vestía
El violador eras tú
El violador eres tú
Son los pacos (policías)
Los jueces
El estado
El presidente
El estado opresor es un macho violador
El estado opresor es un macho violador
El violador eras tú
El violador eres tú
Duerme tranquila niña inocente, sin preocuparte del bandolero, que por tus sueños dulce y sonriente vela tu amante carabinero.
El violador eres tú
El violador eres tú
El violador eres tú
El violador eres tú

Roma

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Prossimamente: Carne da Macello. La politica sessuale della carne

Finalmente anche in Italia La politica sessuale della carne
della femminista antispecista Carol J. Adams
già tradotto in 10 lingue e sempre tragicamente attuale.

Un libro che ha cambiato la vita di decine di migliaia di lettori.
Atteso in Italia da anni dalla comunità antispecista.
Un cult per il movimento femminista.

Qual è il filo rosso, l’assurda interazione tra la radicata misoginia culturale della società contemporanea e la sua ossessione per la carne e la mascolinità? Carne da macello, pubblicato per la prima volta negli USA nel 1990, esplora con raro acume e sottile intelligenza la relazione tra i valori patriarcali e il consumo di carne, intrecciando femminismo, vegetarianismo, antispecismo. Lo sfruttamento degli animali è per Adams un’altra manifestazione della brutale cultura patriarcale. Il trattamento degli animali come oggetti è associato all’oggettivazione nella società patriarcale di donne, neri e altre minoranze al fine di sfruttarli sistematicamente. Un libro che ha molto fatto parlare, provocando un’incredibile copertura mediatica (New York Times, Kirkus Review, Washington Post Book World, Journal of Library, Weekly’s Publisher, Choice).
Insultato dalla stampa conservatrice.

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Quanto ma soprattutto dove ci tocca la prostituzione?

È uscita sull’Osservatorio della Rivista dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti, una bella recensione del nostro saggio “Né sesso né lavoro. Politiche sulla prostituzione” di Daniela Danna, Silvia Niccolai, Grazia Villa, Luciana Tavernini, firmata da Cristina Luzzi, Dottoranda in Giustizia costituzionale e diritti fondamentali nell’Università di Pisa.

Vi lasciamo il link diretto per scaricare il Pdf con l’articolo:
https://www.osservatorioaic.it/it/osservatorio/ultimi-contributi-pubblicati/cristina-luzzi/recensione-del-libro-di-daniela-danna-silvia-niccolai-grazia-villa-luciana-tavernini-ne-sesso-ne-lavoro-politiche-sulla-prostituzione-vanda-epublishing-2019 

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Matte da Scrivere, seconda edizione

Ritorna la scuola di lettura e scrittura creativa Matte da Scrivere di Chiara Aurora Giunta in collaborazione con VandA.ePublishing.

Le regole della lettura e della scrittura per scoprire il mondo segreto degli scrittori. Parleremo insieme dei percorsi della creatività, dei misteri dell’ispirazione, della nascita dei personaggi, della rilevanza delle descrizioni di ambienti, della funzione dei dialoghi e del modo più consono di articolarli, della tessitura delle trame e di altro ancora. Il corso è rivolto a coloro i quali amano leggere o desiderano cimentarsi nell’arte della scrittura creativa. Dialogheremo del mondo nascosto dietro storie avvincenti e della loro relazione con il mondo reale e le esperienze personali, di modo che la lettura diventi un’esperienza più vasta e coinvolgente. Il percorso aiuterà i lettori a vedere oltre la pagina stampata e gli aspiranti scrittori a esprimere la propria creatività. Saranno presenti ospiti (scrittori ed editor) per raccontare le loro esperienze e rispondere alle vostre domande.
Come ogni anno, alla fine del corso i lavori prodotti e ritenuti validi saranno pubblicati dalla casa editrice VandA, promotrice dei corsi. Il primo volume di MATTE DA SCRIVERE sarà pubblicato a novembre 2019.
Vi aspetto ansiosa di condividere con voi le mie esperienze di autrice.
Chiara Aurora Giunta

Corsi a Milano presso VandA, via Cenisio,16
email: mattedascrivere@vandaepublishing.com
telefono (dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00): 340 8019586

Corso base (€ 300,00):
Primo incontro: 3/10/2019, h. 17,15
Secondo incontro: 4/10/2019, h. 17,15
Terzo incontro: 21/11/2019, h. 17,15
Quarto incontro: 22/ 11/2019, h. 17,15
Quinto incontro: 23/01/2020, h. 17,15
Sesto incontro: 20/02/2020, h. 17,15
Settimo incontro: 20/03/2020, h. 17,15
Ottavo incontro: 7/05/2020, h. 17,15

Corso avanzato (€ 300,00):
Primo incontro: 26/11/2019, h. 17,45
Secondo incontro: 24/01/2020, h. 17,45
Terzo incontro: 12/02/2020, h. 17,45
Quarto incontro: 19/03/2020, h. 17,45
Quinto incontro: 21/04/2020, h. 17,45
Sesto incontro: 08/05/2020, h. 17,45

Corsi a Catania presso libreria Pescebanana, via Umberto 199
email: mattedascrivere@vandaepublishing.com
Telefono: 095434159

Corso base (€ 300,00):
Primo incontro: 29/09/2019, h.17,30
Secondo incontro: 01/10/2019, h.17,30
Terzo incontro: 07/11/2019, h.17,30
Quarto incontro: 08/11/2019, h.17,30
Quinto incontro: 16/01/2020, h.17,30
Sesto incontro: 17/01/2020, h.17,30
Settimo incontro: 12/03/2020, h.17,30
Ottavo incontro: 13/03/2020, h.17,30

PROGRAMMA DEI CORSI

CORSO BASE
16 ore di cui 4 online
Primo incontro (2h): Ispirazione: come riconoscere una buona idea e trasformarla in una storia.
Secondo incontro (2 h): Buoni scrittori e buoni lettori: raccontare a se stessi prima di scrivere.
Terzo incontro (2 h): La trama come radice del racconto.
Quarto incontro (2 h): La struttura della trama: dall’incipit alla conclusione della storia.
Quinto incontro (2 h): Trame secondarie, funzione e creazione.
Sesto incontro (2 h): I personaggi.
Settimo incontro (2 h): Personaggi principali e secondari.
Ottavo incontro (2 h): Conclusione e revisioni degli elaborati.

CORSO AVANZATO
12 ore di cui 8 online
Primo incontro (2 h): La voce narrante: coinvolgimento o distanza.
Secondo incontro (2 h): I luoghi e i tempi del racconto. Una guida all’ambientazione delle storie.
Terzo incontro (2 h): I dialoghi: regole e spunti.
Quarto incontro (2 h): I dialoghi: diretto o indiretto.
Quinto incontro (2 h): I dialoghi: ascoltare per imparare.
Sesto incontro (2 h): Revisione elaborati e conclusione.

CHIARA AURORA GIUNTA
Chiara Aurora Giunta, catanese d’origine, vive e lavora a Milano. I suoi primi romanzi sono del genere rosa, poi si è dedicata al racconto storico e ai saggi per ragazzi. Ha pubblicato “Partita d’amore” (Mondadori, 1996), “Il mio amore ti salverà” (Mondadori, 2000), “Imparerò ad amarti” (Mondadori, 2001), “Aélis” (Neri Pozza, 2003), “Il velo di Agata” (Neri Pozza, 2008), “Maria Recupero della Pescheria” (VandA, 2017). È inoltre autrice del saggio storico per ragazzi “Rumoroso Risorgimento” (Salani, 2005).


Per maggiori informazioni sui corsi compilare questo modulo:

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La prostituzione: né sesso né lavoro


di Doranna Lupi (Viottoli n. 1/2019)


Né sesso né lavoro è il titolo dell’incontro del 15 marzo scorso a Pinerolo, realizzato nell’ambito di IO L’OTTO SEMPRE, esito di un tavolo organizzato dall’Assessora alle Pari Opportunità Francesca Costarelli con le associazioni che sul territorio si occupano di contrastare la violenza degli uomini sulle donne: E.M.M.A. Centri Antiviolenza Svolta Donna, Anlib, il Gruppo uomini di Pinerolo, Liberi dalla Violenza – Centro di ascolto disagio maschile.

Sono state invitate per l’occasione l’avvocata Grazia Villa e la storica Luciana Tavernini che, con la sociologa Daniela Danna e la costituzionalista Silvia Niccolai, hanno scritto il libro Né sesso, né lavoro. Politiche sulla prostituzione (VandA.ePublishing, 2019). Questo libro è nato dall’incontro Sulla prostituzione al Circolo della rosa presso la Libreria delle donne di Milano del 10 marzo 2018 e dall’impegno femminista di Angela Di Luciano, una delle editrici di VandA.ePublishing.

Alcune femministe hanno ripreso a ragionare sulla prostituzione per il timore di cattive leggi, nate da idee improvvisate, anche perché in Italia ci troviamo di fronte a diversi tentativi di stravolgere o soppiantare la legge Merlin, che prende il nome della senatrice socialista che ascoltò e dialogò con oltre 2000 donne prostituite nelle case chiuse. Ne è testimonianza la selezione di lettere tra quelle a lei inviate dalle ragazze delle case chiuse e ora ripubblicate. Lina Merlin, coinvolta fin da giovane nella lotta antifascista, condannata al confino, militante della Resistenza, eletta all’Assemblea Costituente (sua la dicitura “senza distinzione di sesso” nell’art.3 della Costituzione sul principio di uguaglianza), impiegò dieci anni per far varare questa legge, che non è piaciuta sin dall’inizio persino a uomini del suo stesso partito. Lei sosteneva che fosse inopportuno chiedere agli uomini le loro impressioni sulle case di tolleranza, per ovvi motivi. Silvia Niccolai argomenta come a interpretare la legge siano stati gli uomini e non lo abbiano fatto con serenità. «La legge Merlin non ha incontrato sostegno interiore negli interpreti, ma scetticismo e malsopportazione e questo ha contato parecchio nel disfarne il senso e il valore» (p. 80). Esaminando la legge e la giurisprudenza, Niccolai ha constatato come molte interpretazioni non ne hanno rispettato il vero significato, quello cioè di configurare la prostituzione come un’attività in sé lecita, ma al tempo stesso di punire tutte le condotte di terzi che la agevolino o la sfruttino.

L’argomento trattato è di grande attualità. Il 6 di marzo 2019 una sentenza della Corte costituzionale ha dichiarato non fondati i dubbi sulla costituzionalità della legge Merlin. Otto associazioni femministe e la Presidenza del Consiglio dei Ministri si sono costituite nel procedimento dinanzi alla Consulta, opponendosi alla questione di legittimità costituzionale di alcuni articoli della legge sollevata nei mesi precedenti dagli avvocati di due imputati nel processo d’appello a Bari sulle escort portate, tra il 2008 e il 2009, dall’imprenditore Gianpaolo Tarantini nelle residenze private dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Prostituirsi è lecito, ma non lo è aiutare le persone a vendere il proprio corpo o trarre guadagni o altre utilità dalla prostituzione altrui. Resta quindi in Italia il reato di sfruttamento della prostituzione messo in discussione da chi pensa che una donna può decidere liberamente di prostituirsi e che sia una forma di autodeterminazione.

Come ben illustrato dall’accurato lavoro di Grazia Villa, nelle ultime due legislature sono state depositate 22 proposte e disegni di legge riguardanti il tema della prostituzione che, messi a confronto, rivelano un’inaspettata convergenza di opinioni sulla definizione del fenomeno prostitutivo tra esponenti di gruppi di politici diversi, per storie e genealogie spesso contrapposte, convergenza che conduce a una uniformità di giudizi e spesso di scelte (p. 127).

Le principali tra queste opinioni, condivise anche tra posizioni politiche che sembrano proporre concezioni differenti dei rapporti tra i sessi, sono: l’ineluttabilità della prostituzione, la critica alla legge Merlin per la mancata risoluzione del fenomeno o addirittura per il suo aggravamento, la collocazione dell’industria prostitutiva nelle logiche del mercato e ancor meglio del mercato globale, la distinzione tra tratta e prostituzione liberamente scelta da chi la esercita.

La prostituzione è un lavoro come un altro?

Si tratta di visioni che rispecchiano una parte delle politiche sulla prostituzione a livello internazionale, analizzate con precisione da Daniela Danna nel primo capitolo. Ciò che le accomuna è che si parla di prostituzione come lavoro e questo è molto distante dalla legge Merlin. Come sottolineato in diversi punti del libro, ci si è arrivati nel corso del tempo, anche attraverso l’uso di un linguaggio fuorviante con conseguenti slittamenti di significato. Per esempio, definendo la prostituzione sex work come fosse una qualunque professione, i prostitutori diventano clienti che effettuano transazioni economiche, i tenutari di bordelli imprenditori, gli sfruttatori datori di lavoro e le donne che mettono i loro corpi a disposizione libere professioniste. Ma la prostituzione può essere considerata un mestiere come un altro? La vagina può essere un luogo di lavoro e di produttività economica? «Il sito South Melbourne Community Health consiglia alle escort di non utilizzare anestetico locale perché la mancanza di sensibilità impedisce che le lesioni siano notate immediatamente» (p. 30).

Non si degrada così il senso di tutto il lavoro? Luciana Tavernini rende bene l’idea di come in questo modo passi sul corpo delle donne un tentativo di «separare chi lavora da ciò che deve dare per il salario», rendendo accettabile la vendita totale di sé e nascondendo i rapporti sociali sottesi. Riprende Julia O’Connell Davidson che ricorda un episodio, citato da Marx nel Capitale, in cui si racconta come mister Peel avesse portato in Australia, oltre a mezzi di sussistenza e di produzione, anche trecento uomini, donne e bambini della classe operaia, che se ne andarono appena videro come fosse possibile trovare altrove mezzi per vivere meglio, lasciandolo senza neppure un servo. Marx conclude che per trasformare le sue cose in capitale mister Peel avrebbe avuto bisogno di esportare i rapporti sociali che costringevano gli uomini e le donne che aveva portato con sé a vendersi di loro spontanea volontà (p.196).

I rapporti sociali che mettono la donna nella condizione di vendersi “spontaneamente” sono segnati dall’asimmetria tra i sessi. L’uso dei corpi femminili attraverso il denaro è un’istituzione fondante del patriarcato.

Dunque si tratta di un tema importante per la libertà e la dignità delle donne e per le relazioni tra i sessi e, essendo il nostro un tempo in cui si comincia a credere alle parole delle donne, sono stati tradotti, come atto politico, dalle amiche di Resistenza Femminista, dei testi straordinari e dirompenti. Uno è Stupro a pagamento. La verità sulla prostituzione di Rachel Moran (Round Robin, 2017) dove l’autrice narra, partendo dalla propria esperienza, l’orrore vissuto nella prostituzione analizzandone il senso (una mia recensione è nel numero 1/2018 di Viottoli); l’altro è Il mito Pretty Woman. Come la lobby dell’industria del sesso ci spaccia la prostituzione di Julie Bindel (VandA.ePublishing, 2019) che raccoglie 250 interviste fatte a sopravvissute alla prostituzione, attivisti per i diritti delle sex worker, papponi, compratori di sesso e proprietari di bordelli in 40 paesi, città e stati del mondo. Fino a oggi mancava un punto di vista italiano che scaturisse dalla nostra storia, dall’approccio alla prostituzione segnato dalla legge Merlin, dal nostro femminismo e che «declinasse in italiano l’indignazione nei confronti degli uomini che si permettono di comprare il sesso delle donne» (p. 14). Abbiamo dunque una trilogia per comprendere meglio il fenomeno prostitutivo al di là di slogan e stereotipi e avere così un quadro più completo su un tema complesso, che riguarda tutte e tutti.

Sicuramente ciò verso cui ci spingono a riflettere queste autrici è cominciare a pensare alla possibilità di abolire la prostituzione. Gli uomini la devono finire di violare i corpi di donne e bambine a loro piacimento e con il benestare degli altri uomini, secondo una concezione maschile degradata del desiderio e della sessualità: l’uso – o meglio abuso – del corpo femminile reso disponibile per denaro è una manifestazione della protervia maschilista con cui gli uomini si considerano superiori alle donne (ancora poche sono le eccezioni), e un’istituzione fondante della struttura sociale denunciata dalle donne come patriarcato (p. 16).

La battaglia delle narrazioni

Siamo ben consapevoli che la posta in gioco è molto alta: sono in ballo due narrazioni della realtà che, in questo tempo di fine patriarcato, si mostrano confliggendo. Entrambe le narrazioni fanno parte di un senso comune che le ha generate: quello più antico che sostiene, a favore degli uomini, l’ineluttabilità della prostituzione vista come un fenomeno vecchio come il mondo che sempre è esistito e sempre esisterà, un fatto naturale che risponde a un bisogno irrefrenabile della sessualità maschile e che in tempi moderni va regolamentato; quello più recente delle donne che hanno messo in discussione l’ordine simbolico patriarcale e, partendo dalla loro esperienza condivisa, dai loro rapporti di sorellanza, valutano in prima persona ciò che è giusto e ciò che è sbagliato per loro stesse e per le altre.

Grazie a un sentire femminile condiviso e a un bisogno contagioso di verità e giustizia per se stesse e per tutte le appartenenti al proprio sesso, sin dagli inizi del Novecento si è prodotto uno spostamento simbolico, attraverso la presa di parola delle donne. Luciana Tavernini riporta testimonianze di donne uscite dalla prostituzione grazie ad altre, narrazioni riprese e valorizzate dal femminismo degli anni Ottanta. Oggi possiamo sentire cosa dicono le sopravvissute, le giuriste, le femministe.

La prostituzione è uno scambio: lui ha i soldi, lei ha il corpo. La storia di sesso e potere del nostro ex premier Berlusconi ce lo ha mostrato. Ida Dominijanni lo ha spiegato bene nel suo libro Il Trucco. Sessualità e biopolitica nella fine di Berlusconi, (Ediesse, 2014). Quando le donne hanno parlato pubblicamente, come nel caso di Sofia Ventura, Veronica Lario e Patrizia D’Addario, sono caduti personaggi importanti della politica.

Quindi per quanto riguarda la prostituzione «la battaglia delle narrazioni» (Lia Cigarini in Sottosopra – Cambio di Civiltà, 2018) è in pieno svolgimento. Dove ha vinto la narrazione maschile neoliberista si regolamenta la prostituzione come ad esempio in Danimarca, Paesi Bassi e Germania. Un episodio significativo delle possibili conseguenze è stata la necessità del pronunciamento di un tribunale in Germania perché le donne disoccupate non fossero obbligate ad accettare di lavorare nei bordelli per non perdere l’assegno di disoccupazione.

Vedendo che questa modalità scricchiola e non funziona ad aprile 2019 sono state consegnate al parlamento olandese 42.000 firme per chiedere l’introduzione del modello nordico che rende illegale avere rapporti sessuali a pagamento.

Dove ha vinto la narrazione femminile (femminista) si sa, perché lo dicono le sopravvissute alla prostituzione e perché ogni donna lo sa nel profondo di se stessa, che la prostituzione per le donne è un inferno, è violenza, umiliazione, è stupro a pagamento. Allora il modello di riferimento è quello cosiddetto nordico in vigore in Svezia dal 1999 e successivamente in Norvegia, Islanda, in Irlanda e Irlanda del Nord e, dall’aprile 2016, anche in Francia. Questo modello punisce l’acquisto di sesso multando colui che pretende di acquistarlo, decriminalizza le persone prostituite, prevede la creazione di programmi di uscita su scala nazionale, politiche di protezione e sostegno per le vittime di prostituzione, sfruttamento sessuale e tratta, programmi rieducativi per i clienti (prostitutori). La Corte costituzionale francese, con una sentenza del 1° febbraio 2019, ha stabilito che la penalizzazione dell’acquisto di prestazioni sessuali, prevista dalla legge n. 444 del 13 aprile 2016 in tema di lotta contro il sistema prostituzionale, è costituzionalmente ineccepibile.

CAP (Coalition Abolition Prostitution) international ha contribuito alla mobilitazione di una vasta rete di soggetti in sostegno della legge. Sei ministri della precedente legislatura per i diritti delle donne, 30 medici rinomati, una coalizione di uomini che si opponeva all’acquisto di sesso hanno scritto lettere aperte e rilasciato dichiarazioni sulla stampa chiedendo al Consiglio Costituzionale di mantenere la criminalizzazione dell’acquisto di sesso.

In Svezia, infatti, il numero di persone prostituite è diminuito sensibilmente. Secondo la polizia svedese, il provvedimento ha esercitato un notevole effetto deterrente sulla tratta. La legge ha anche modificato l’opinione pubblica.

Nel suo testo Grazia Villa, avvocata di Como, racconta come Oike, una donna sopravvissuta alla tratta, fosse tornata allo sportello per migranti a raccontare di aver trovato casa e un «vero lavoro» perché «altro non è mai lavoro, mai, mai, mai!» Aveva con sé dolcetti per ringraziare e una sciarpa rossa per Grazia, l’avvocata che l’aveva seguita nel suo percorso legale. «In quel semplice gesto di gratitudine, però, c’era il riscatto e l’autodeterminazione di una donna, la forza della nostra alleanza: un sogno avverato, una rivoluzione possibile» (p. 175).

Affrontare questo tema doloroso e scomodo ci dà l’opportunità di mettere in discussione e di riflettere sui rapporti tra uomini e donne e sui mutamenti necessari per un cambio di civiltà.

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Sognando un’Europa unita

“Quella di un’Europa economicamente e politicamente unita è un’idea forte ed edificante. L’Unione europea, tuttavia, ha deluso le aspettative di molti. L’Euro è la valuta più protetta del pianeta, e questa difesa ossessiva della moneta unica l’ha resa un fine, non più un mezzo. Gli europei di oggi sono orfani della grande politica. Riuscirà il nuovo Parlamento a rimettere l’Unione nel solco tracciato dai suoi padri fondatori, leader visionari come Adenauer, de Gaulle e De Gasperi che, proprio per avere a cuore gli obiettivi della pace, dello sviluppo e del benessere condiviso, non hanno ridotto la politica e la sua naturale complessità a un problema economico/finanziario?”

Questo è l’approccio alla realtà attuale che l’economista Pierangelo Dacrema, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari all’Università della Calabria, assume nel suo libro Sognando l’Europa: grande statista cercasi.

Gli stessi pilastri dell’Europa di Maastricht hanno ridotto la politica e la sua naturale complessità a un problema economico/finanziario.
Ora, un’Unione europea orfana della grande politica non può che ripartire dal rilancio degli ideali iniziali.

Dacrema si rivolge sia ai sovranisti irriducibili (“Sperate davvero, con il voto, di ottenere un mandato a distruggere il progetto europeo?”) che agli europeisti convinti (“Vi accontentate dell’Europa di oggi?”). La conversazione finale tra l’autore e Renato Mannheimer sottolinea singolarità e importanza delle Europee 2019 sia per l’Unione che per il destino del governo italiano.

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Evento – Supernove

Sabato 13 luglio, alle ore 21:00, Manuela Dago, Francesca Genti e Francesca Gironi presenteranno “Supernove. Poesie per gli anni 2000” alla Casa Internazionale delle Donne, in Via della Lungara 19, Roma, nell’ambito dell’evento “Women’s Poetry Meetings”.

Cinque artiste unite in un collettivo per una poesia attiva che integri la dimensione estetica e etica,  che sia punto di partenza per risanare inventare parole, cose, creature, mondi.

Poesie su cartoline come messaggio, rimedio, ponte, manciata di sassi.