di Renato Passerini (Il Piacenza, 18 febbraio 2018)
– La creazione di una inedita moneta parallela proposta dal professor Pierangelo Dacrema. Presente anche Renato Mannheimer: alle Elezioni Politiche il 30% dell’elettorato sceglie negli ultimi 15 giorni.
Al tavolo della saletta della Libreria Internazionale Romagnosi, dalle pareti foderate di libri di ogni genere, vi sono due figure talentuose quali il prof. Pierangelo Dacrema, economista piacentino (è nato a Castelsangiovanni) – saggista e intellettuale, professore ordinario all’Università della Calabria, è autore di numerosi articoli, saggi e libri alcuni dei quali presentati nei mesi scorsi a Palazzo Galli, Banca di Piacenza – e il sociologo prof. Renato Mannheimer, tra i più noti sondaggisti italiani, certamente quello che più “buca il video”. La loro presenza è motivata dalla presentazione del saggio “La buona moneta”, sottotitolo: Come azzerare il debito pubblico e vivere felici (o solo un po’ meglio), pubblicato da VandA.ePublishing, in libreria da pochi giorni, di cui è autore Dacrema. Niente previsioni elettorali, ma a domanda Mannheimer conferma la supremazia del centro destra e tra i partiti quella dei cinque stelle; l’affluenza dovrebbe avvicinarsi al 70%, la situazione è molto fluida, anche perché, nel complesso, abbiamo poco meno del 40% di persone indecise, che non dichiarano il proprio voto. Inoltre, grosso modo il 30% dell’elettorato sceglie negli ultimi 15 giorni. E anche i mercati sono alla finestra in attesa di capire come si disporranno le forze in campo “fuori campo”.
Con loro è Robert Gionelli in veste di moderatore tra le enunciazioni di Dacrema, i dubbi e le domande ben calibrate di Mannheimer e del pubblico. Trascorrono così quasi due ore con i presenti sempre più interessati al tema portante del libro: la creazione di una moneta parallela all’euro finalizzata all’abbattimento (fino all’azzeramento) dello stock del debito pubblico italiano e il contestuale rilancio dell’economia nazionale. Una proposta forte su un tema di grande interesse, che dovrebbe trovare un posto nel dibattito politico, se questo non fosse monopolizzato dall’ “io ti darò di più” dai protagonisti della campagna elettorale.
I PRESUPPOSTI – Le dimensioni, sempre crescenti, del debito pubblico italiano sono un problema annoso. L’Italia si è impegnata, per il prossimo ventennio, a ridurre di una cinquantina di miliardi l’anno il proprio debito pubblico: per molti aspetti una missione impossibile. Sono sempre meno numerosi i sostenitori di una politica dell’austerità; però è anche difficile coniugare una politica di rilancio dell’economia (di non austerità), con il rispetto dei parametri europei (massimo 3% del rapporto deficit/PIL, massimo 60% del rapporto debito pubblico /PIL). Grillo e Salvini, notoriamente poco europeisti, non puntano più a un abbandono dell’Euro, obiettivo giudicato troppo complicato. Sia Lega che M5S hanno aderito all’idea della creazione di una moneta parallela, circolante solo in Italia, per favorire il rilancio economico del nostro Paese senza comprometterne la permanenza nell’Eurozona. Tale moneta, denominata CCF (Certificati di Credito Fiscale), verrebbe emessa dallo Stato e distribuita gratuitamente a imprese e lavoratori, in quantità e modalità predeterminate. L’idea, benché di per sé interessante – afferma Dacrema – presenta difetti vistosi e si prospetta d’altra parte, nella migliore delle ipotesi, come una soluzione destinata a produrre effetti piuttosto limitati che Dacrema spiega nelle pagine del libro lanciando una sua più incisiva proposta:
Il VALEX, (Valuta derivante dall’EX debito pubblico), nuova moneta “locale”, in circolazione a fianco dell’Euro, creata attraverso il graduale rimborso dei titoli del debito pubblico (BOT; CCT; BTP) effettuato non in Euro bensì nella nuova valuta. La nuova moneta avrebbe le caratteristiche di corso forzoso in Italia (ogni cittadino italiano sarebbe tenuto ad accettarla in pagamento di qualunque bene o prestazione); parità con l’Euro (un VALEX uguale a un Euro); circolazione solo bancaria, anche attraverso carte di credito, senza emissione di banconote o moneta metallica. Altre caratteristiche divieto di investire la nuova valuta in altri strumenti finanziari a eccezione dell’Euro; divieto al sistema bancario di remunerare i depositi ed erogare prestiti denominati nella nuova valuta. Il caso della creazione di una moneta parallela accanto a quella ufficiale, non costituisce una soluzione inedita, mentre nuova è l’ipotesi dell’utilizzo della nuova valuta per il pagamento di un debito sovrano.
Con l’emissione dei VALEX – è la tesi sviluppata nelle pagine del libro – si darebbe impulso a consumi e investimenti, attestandosi così come strumento efficace per un’azione di risanamento dell’economia nazionale in tempi brevi. La proposta rappresenterebbe, anche in relazione al beneficio collettivo, una soluzione negoziabile, e alla fine accettabile, in sede europea anche perché non creerebbe i presupposti per pressioni inflazionistiche sull’Euro, né verrebbe interpretata e vissuta come una manifestazione d’insolvenza dello Stato. Costituirebbe una soluzione “flessibile” (si tratterebbe di scegliere se “accontentarsi” di scendere al 60% del rapporto debito pubblico/PIL, o di continuare nel rimborso, senza escludere di spingersi fino all’azzeramento del debito). Il nostro Paese si libererebbe di una zavorra il cui peso gli tarpa le ali,e si uscirebbe dall’ipocrisia di fingere di credere che, senza il ricorso a strumenti eccezionali, l’Italia possa rispettare i suoi impegni con l’Europa: il rispetto del Fiscal Compact non sarebbe più una mera utopia.