Venerdì 27 novembre si è tenuta la presentazione online del libro di Katia M. Fai la brava. Se il mostro delle favole è mio padre, in collaborazione con Aied Albenga.
Da vedere (per chi non c’era), in un coro di voci intorno a Katia, un gruppo di donne ripercorre la storia, la lotta, la guarigione e il contesto sociale di una storia di terribile violenza. La calma, la lucidità e la competenza con cui affrontano i difficili temi nella presentazione offrono un piano di forza femminile che può essere di aiuto a donne e uomini a capire i contesti di violenza.
Del libro, edito da Vanda Edizioni, discutono con l’autrice Gianna Schelotto, psicoterapeuta, Caterina Rossi di Aied Albenga e Monica Lanfranco, giornalista e formatrice.
«Ai bambini e alle bambine si dice che l’Uomo Nero non esiste. Esiste eccome! Solo che, anziché trovartelo nell’armadio o sotto il letto, a volte, purtroppo, te lo ritrovi dentro il letto».
E se l’Uomo Nero ha i connotati del padre? E se la bambina ha solo quattro anni, e poi cinque, e poi otto… chi la difende dall’Uomo Nero? Dove sono gli altri? Dov’è la famiglia? Perché Katia una famiglia ce l’ha; ha una madre, due nonni con i quali cresce, persino una bisnonna. Eppure nessuno vede, nessuno si accorge. Quattordici anni di abusi, di stupri subiti tra quelle pareti che dovrebbero tenere al riparo un bambino dalla malvagità e dalle insidie del mondo esterno.
“Perché le altre bambine sono felici?”, si domanda Katia nella normalità perversa del suo quotidiano. Nessuno sta dalla sua parte quando, finalmente, a diciotto anni, trova il coraggio di dire basta. È la rabbia che la fa reagire per chiudere con quel “padre”, sfidando una società pronta a darle della puttana bugiarda, ma soprattutto per non morire. Oggi, con la consapevolezza di madre e forte di una causa vinta contro il padre, l’autrice ha trovato anche la forza di raccontare la sua storia.
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